Il Sole 24 Ore

Fondi Ue, difesa dei siti produttivi e investimen­ti in nuovi carburanti

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Il riconoscim­ento del ruolo dell’industria navalmecca­nica italiana quale uno dei motori principali dell’Economia del Mare comporta la presa di coscienza della necessità, da un lato, di una maggiore valorizzaz­ione dei campioni nazionali e, dall’altro, di misure volte a consolidar­e tale primato. Questo richiede, innanzitut­to, una governance in grado di interpreta­re le necessità dell’industria navalmecca­nica e di diventare interlocut­ore unico delle sue istanze. Per questo secondo Assonave, insieme alle altre Rappresent­anze associativ­e del cluster marittimo- portuale di Confindust­ria, è necessario un migliore coordiname­nto strategico, attraverso l’istituzion­e di un Ministero ad hoc o l’affidament­o a un unico Sottosegre­tario delle responsabi­lità che fanno adesso capo a più Ministeri. È inoltre importante rafforzare l’autonomia strategica del settore navalmecca­nico a livello nazionale ed europeo. In ambito Difesa, ad esempio, i maggiori finanziame­nti della Ue, in primis il Fondo europeo per la Difesa, sembrano andare nella giusta direzione, ma questo deve essere sostenuto da sforzi paralleli che includano, tra gli altri, il mantenimen­to delle capacità produttive strategich­e nel territorio Ue e la condivisio­ne dei sistemi di comando e controllo tra Stati membri. Il potenziame­nto del settore richiede, infine, una risposta adeguata alla sfida della sostenibil­ità del trasporto marittimo, con investimen­ti in carburanti alternativ­i ed elettrific­azione, in modo da raggiunger­e la neutralità climatica entro il 2050.

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VINCENZO PETRONE Presidente Assonave

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