Servono una strategia e incentivi per rinnovare la flotta peschereccia
Il valore prodotto dall’Economia del mare, la rilevanza socioeconomica e l’indotto creato sono fattori indispensabili per lo sviluppo del Paese. Tra i settori che ne sono parte, la pesca ha un’importanza strategica, per la diffusione capillare sul territorio e per il coinvolgimento di due filiere chiave, quella marittima e quella agroalimentare. L’attuale crisi internazionale ha posto all’attenzione di tutti il tema dell’autonomia strategica del nostro Paese, nel cui ambito quella alimentare riveste un ruolo fondamentale. Nonostante l’Italia sia uno dei principali consumatori di pesce in Europa, la necessità di interventi strutturali per il settore è evidenziata da due dati rilevanti: la flotta da pesca è tra le più vetuste in Europa e oltre l’ 80% del prodotto consumato viene importato. Per la valorizzazione e la transizione del settore occorre avviare una strategia concreta per consentire l’ammodernamento della flotta peschereccia che aiuti a colmare i gap che incidono sul soddisfacimento della domanda interna, sull’ambiente, sul costo delle produzioni, sulla sicurezza del lavoro a bordo e quindi, sulla competitività e sostenibilità dell’intero sistema. A tal fine sono necessarie politiche industriali a supporto del settore per poter garantire un’industria marittima florida, competitiva, verde e digitale. Il futuro della pesca passa da una riqualificazione dell’intero comparto: una flotta tecnicamente moderna, equipaggi preparati, rispetto del contesto ambientale e valorizzazione del prodotto.