Ritrovare una strategia nazionale, nei porti non vinca il localismo
Le caratteristiche del mondo della logistica sono in profonda trasformazione attraverso una sempre più stretta connessione con la dimensione industriale e produttiva e una dinamica di globalizzazione nella competizione economica che resta incerta. La “riforma Delrio” non è stata realizzata, così come l’impostazione del PSLN del 2015, che portava al livello nazionale la necessità di allocare le scelte strategiche infrastrutturali per connetterle con la dimensione economica e politica europea. Inoltre, la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, in materia di concorrenza tra Stato e Regioni, con gli effetti sulla logica della riforma L 169 ha vanificato nei fatti la logica sottesa agli accorpamenti delle nuove ADSP. La discussione sulla natura giuridica delle ADSP non rappresenta poi un tentativo di sviluppare e ripristinare quella logica strategica, ma un’impostazione localistica, senza un quadro generale vincolante di riferimento e, alla vigilia dei pronunciamenti sulla tassazione delle entrate da concessioni portuali, tutto questo rappresenta un pericolo. Quanto alla tassazione delle shippinglines e alla mancanza di visione sul dibattito intorno alla concorrenza, auspichiamo che il Mims mantenga almeno la prerogativa di produrre un regolamento quadro per la gestione delle concessioni demaniali portuali, strumento assai connesso al regime di concorrenza tra porti e operatori. La stessa valutazione vale per le scelte di organizzazione del lavoro, con interpretazioni difformi dalle previsioni della L 84 in materia di lavoro temporaneo e appalto.