Per i porti turistici dragaggi facili e una soluzione sui vecchi canoni
Tra il 2010 e il 2020 il settore delle imprese portuali turistiche si è trovato al centro di una tempesta perfetta, determinata dagli effetti della crisi globale finanziaria, dalla tassa Monti sulle imbarcazioni, dal contenzioso con lo Stato sui canoni, da quello sull’Imu e dall’apertura di un gran numero di nuovi porti turistici destinati a un mercato che era improvvisamente venuto a mancare a causa dell’indebolimento della classe media a livello economico. Questa situazione ha prodotto decine di fallimenti, procedure di concordato e “non performing loans”, ma poi con la pandemia il turismo di prossimità ha ripreso vigore. Ora il sistema dei servizi portuali turistici deve però porre soluzione principalmente a tre problemi: chiudere il contenzioso canoni con il saldo e stralcio dei canoni pregressi, ingiustamente incrementati nonostante i contratti di concessione prevedessero canoni prefissati ed indicizzati; individuare una disciplina specifica per i porti turistici per gestire gli effetti della direttiva Bolkestein; semplificare ulteriormente la disciplina dei dragaggi, i cui attuali costi strangolano un gran numero di imprese portuali turistiche. Pertanto, nell’interesse di tutto il sistema turistico nazionale, occorre indirizzare gli incentivi anche al nostro comparto per agevolare, specie sul fronte della transizione energetica, digitale ed ambientale, la riqualificazione e razionalizzazione dei porti turistici esistenti, che hanno affrontato con immane difficoltà il più lungo periodo di recessione del settore.