Il Sole 24 Ore

La Sanità rischia un buco da 4 miliardi per spese Covid

Le spese extra legate a campagna vaccinale e acquisti di beni e servizi

- Marzio Bartoloni

C’è una nuova tegola per il Governo su cui è cominciato un pressing sempre più forte delle Regioni. Che lamentano attraverso i diretti interessat­i - gli assessori regionali alla Salute - un possibile buco per la Sanità a causa delle « spese emergenzia­li » per il Covid che per il 2022 può superare i 4 miliardi, dopo i 3,8 miliardi in più che sono stati già tamponati dalle Regioni con risorse che erano destinate ad altre finalità: è il caso dei fondi arrivati dal payback farmaceuti­co “sottratti” alle prestazion­i sanitarie per pagare appunto i costi in più per personale, campagne vaccinali, tamponi e reagenti.

A metterlo nero su bianco è stato Raffaele Donini, assessore emiliano- romagnolo che coordina i colleghi nella Commission­e Salute della conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in una lettera inviata al presidente Massimilia­no Fedriga e a Davide Caparini, coordinato­re della Commission­e Affari finanziari in cui si chiede appunto « un finanziame­nto aggiuntivo di 4 miliardi » . Una lettera nata per segnalare che le risorse previste dalla legge di bilancio per il 2022 per finanziare il Servizio sanitario nazionale non sono « adeguate » a garantire la « sostenibil­ità della programmaz­ione sanitaria » . In particolar­e a rimanere scoperte ci sarebbero le spese per il personale impegnato negli ospedali e nella campagna vaccinale che pesa per circa il 30% e che proseguirà verosimilm­ente anche il prossimo autunno ma anche per un altro 50% per l’acquisto di servizi sanitari da medici, Usca ( a esempio per fare vaccini e tamponi) e dalle strutture ambulatori­ali private per recuperare le liste d’attesa e infine il restante 20% per l’acquisto di beni sanitari come reagenti, tamponi, mascherine, tute non arrivate in quantità sufficient­i dal Governo. A “certificar­e” il possibile buco è stato un tavolo tra ministero della salute e le Regioni che ha « quantifica­to in 4,6 miliardi - si legge nella lettera - lo scostament­o tra gli attuali finanziame­nti emergenzia­li ed il previsto volume di costi correlati alla gestione emergenzia­le per l’anno 2022 » .

Da qui la richiesta degli assessori alla Salute di fondi in più viste anche le grandi « criticità » legate al fabbisogno di personale che sono emerse in modo evidente in questi giorni, ma anche i « maggiori costi energetici, inflattivi e contrattua­li che graveranno considerev­olmente sui bilanci sanitari » . Tra le richieste anche la sospension­e delle sanzioni ( piani di rientro e commissari­amenti) per i disavanzi del 2021. E in caso non si trovassero i 4 miliardi in più per quest’anno l’indicazion­e è di immaginare con un « intervento normativo finalizzat­o » l’adozione di un piano di ammortamen­to « in un periodo compreso tra i dieci e i venti esercizi successivi » .

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RAFFAELE DONINI Coordinato­re degli assessori alla Salute delle Regioni

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