Il Sole 24 Ore

Sisma in Emilia- Romagna, ricostruzi­one completa al 95%

Bonaccini: « Bilancio positivo e con più posti di lavoro » Impiegati 6,5 miliardi

- Ilaria Vesentini

Il presidente Mattarella oggi in visita nel Modenese per il decennale dal disastro

Erano le 4 di mattina di domenica 20 maggio 2012 quando una scossa di terremoto di 5,9 gradi Richter colpì l'Emilia- Romagna, con epicentro tra Modena e Ferrara. Nove giorni dopo, a pochi chilometri di distanza, una seconda scossa di magnitudo 5,8 fece tremare la Via Emilia da Reggio a Bologna con sciami fino a Mantova e Rovigo: 28 morti, 300 feriti, oltre 45mila sfollati, 14mila aziende compromess­e, oltre 13 miliardi di euro di danni. A dieci anni di distanza da quello che è stato definito il primo “terremoto industrial­e” nella storia d'Italia - nei 59 Comuni del cratere sismico si concentra il 2,5% del Pil nazionale e oltre un quarto del valore aggiunto della regione - si può affermare senza timore di smentite che la ricostruzi­one emiliana « è un esempio positivo di concertazi­one istituzion­ale, coesione sociale e impianto normativo sviluppato ad hoc che dovrebbero diventare patrimonio del Paese per affrontare future emergenze » spiega il presidente dell'Emilia

Romagna, Stefano Bonaccini, che oggi riceverà nel Modenese ( tra Medolla e Finale Emilia) il presidente Sergio Mattarella per le commemoraz­ioni del decennale.

« Presentiam­o al presidente della Repubblica - sottolinea Bonaccini - una parte d'Italia che funziona bene: dopo dieci anni abbiamo il 95% di quello che era distrutto o inagibile pienamente ricostruit­o. Dei 59 Comuni del cratere, la metà aveva già completato la ricostruzi­one pubblica e privata tre anni fa e oggi ne restano solo 15 ancora alle prese con i cantieri. Si tratta quasi esclusivam­ente di edifici e monumenti nei centri storici sottoposti ai vincoli delle sovrintend­enze, luoghi delicati e storici dove la stessa progettazi­one ha bisogno di più tempo » .

I numeri diffusi ieri dal governator­e dell'Emilia- Romagna con il sottosegre­tario regionale Davide Baruffi e il direttore dell’Agenzia per la ricostruzi­one, Enrico Cocchi raccontano di 6,5 miliardi erogati a privati, famiglie e imprese delle aree colpite, di cui 5 miliardi già liquidati. La parte privata è di fatto quasi conclusa, mentre sul capitolo dei beni pubblici si è più indietro, con 330 chiese riaperte al culto, ma solo il 38% degli interventi pubblici conclusi, il 36% dei lavori in corso e un 26% di interventi ancora in corso di progettazi­one. « Qui si temeva la desertific­azione, invece nessuna impresa se ne è andata e oggi si contano più attività e più posti di lavoro di dieci anni fa » aggiunge Bonaccini, ricordando che prima ancora delle case e delle fabbriche sono state riaperte le scuole: i ragazzi non hanno perso un'ora di lezione e i genitori, a poche ore dal sisma, erano già tutti tornati a lavorare, anche in tensostrut­ture sotto il sole, pur di tornare alla normalità, senza new town e delocalizz­azioni.

Nonostante i rallentame­nti causati prima dai due anni di pandemia e ora dall'esplosione dei prezzi e la difficoltà a reperire materiai in edilizia, l'Emilia- Romagna conta di chiudere entro il 31 dicembre la fase di emergenza, con una finestra di altri tre anni per poter seguire e completare le opere più complesse e critiche ancora in sospeso. Nel frattempo sono stati aggiornati i prezziari e già oggi dovrebbe uscire la nuova ordinanza regionale per sbloccare i cantieri nel cratere, sia pubblici che privati, rafforzand­o quanto già previsto martedì scorso dal Decreto legge 50/ 2022.

« Voglio dire grazie a tutta la comunità e ai Governi che si sono succeduti per il lavoro straordina­rio che è stato fatto conclude Bonaccini -. A dieci anni dal sisma di inesorabil­e restano le 28 vittime e il dolore dei familiari, ma il resto è quasi tutto rimesso a posto, ma saremo soddisfatt­i quando anche l'ultima pietra sarà tornata dove era prima del 20 maggio 2012 » .

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