Il Sole 24 Ore

Louis Vuitton e Yayoj Kusama uniti dall’arte e dall’originalit­à

Nei negozi in gennaio

- — G. Cr. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dieci anni fa Manhattan fu illuminata e rallegrata dall’arte di Yayoj Kusama: in occasione della collaboraz­ione con Louis Vuitton il negozio di Fifth Avenue della maison fu tappezzato dai pois dell’artista giapponese e, un po’ più su, al Whitney Museum, fu allestita una sua retrospett­iva. Un incontro, quello tra Vuitton e Yayoj Kusama, fortemente voluto dall’allora ceo Yves Carcelle, che ora si ripete grazie all’attuale presidente e ceo Michael Burke. L’anticipazi­one si è avuta durante la sfilata della cruise collection di Vuitton, che si è tenuta settimana scorsa in una location che quasi certamente sarebbe piaciuta a Yayoj Kusama, il Salk Institute for Biological Studies, vicino a San Diego e affacciato sull’oceano. Alcune delle borse portate dalle modelle fanno parte della capsule dell’artista e saranno in vendita da gennaio 2023.

È un’edizione limitata, come fu per Catogram, frutto della collaboraz­ione tra il direttore creativo di Vuitton Nicholas Ghesquiére e Grace Coddington: avere una di queste opere d’arte da portare al braccio è forse l’unico modo – particolar­e affatto trascurabi­le – per entrare nel mondo misterioso di Yayoj Kusama, che ha avuto una vita lunga ( è nata nel 1929) e avventuros­a. Iniziò a dipingere a 10 anni, visse per lungo tempo negli Stati Uniti ed è considerat­a una madre nobile” della pop art. Ma dal 1977, per sua scelta, vive nell’ospedale psichiatri­co Seiwa, in Giappone. Forse perché non si fida del mondo che c’è fuori dall’istituto. Come darle torto?

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Contrasti. Pois sulla tela Monogram

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