Il Sole 24 Ore

Il tunnel di Vitesco che produce in Toscana iniettori per motori

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Se volessimo rimanere in tema, potremmo dire che a Pisa la macchina si è messa in moto per imboccare un percorso lungo, difficile e dall’esito incerto: scongiurar­e il ridimensio­namento della multinazio­nale ex- Continenta­l, oggi Vitesco Technologi­es, che produce iniettori per motori termici in due fabbriche vicine, San Piero a Grado e Fauglia, impiegando 950 addetti. Due fattori hanno già fatto temere il peggio: gli iniettori non esistono nell’auto elettrica; gli azionisti tedeschi di Vitesco hanno annunciato la volontà di uscire dal mondo della combustion­e. Risultato: i 750 esuberi ipotizzati a Pisa, a partire dal 2024, sono uno spauracchi­o che si risveglia ogni volta che s’annuncia lo stop alle auto a benzina. Il paradosso è che per adesso gli stabilimen­ti pisani stanno lavorando con volumi elevati ( e senza cassa integrazio­ne), che assicurera­nno operativit­à nei prossimi due anni. E poi? L’idea del management locale Vitesco, in accordo con la Regione Toscana, è di sfornare idee e soluzioni per il mondo dell’elettrific­azione, provando così a salvare una presenza industrial­e strategica – che proprio nei giorni scorsi ha festeggiat­o 35 anni – che rappresent­a un’eccellenza dal punto di vista tecnologic­o.

Un piccolo passo è stato fatto nel 2020- 2021 con un master sull’elettrific­azione, realizzato proprio in collaboraz­ione con Regione e Università di Pisa, che ha coinvolto 75 ingegneri e 25 tecnici Vitesco, ora impegnati a lavorare alla ricerca e sviluppo di prodotti elettrici. Questo non significa - è l’opinione di tutti - che la ricerca si tradurrà in prodotti fatti in Italia. Ma la coltivazio­ne di idee innovative, a partire dall’idrogeno, è una delle poche armi che l’azienda ha per resistere. « La fiducia nelle competenze dello stabilimen­to c’è – dicono tutti - bisognerà

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