Il Sole 24 Ore

Lo spread vola a 230 Scatta subito il test per l’Eurotower

Borse europee in ritirata: Piazza Affari la peggiore, il Ftse Mib chiude a - 1,9%

- Maximilian Cellino

Balboni ( Hsbc): « Resta da vedere se gli investitor­i crederanno alla promessa di un nuovo strumento »

La chiusura del piano di riacquisti, l’annuncio di una serie di aumenti dei tassi che inizierann­o dai 25 punti base di luglio, potrebbero anche accelerare fino a 50 punti a settembre e proseguira­nno poi in modo « graduale ma sostenuto » , indicazion­i limitate ( e forse anche poco convincent­i) sul meccanismo per evitare la possibile frammentaz­ione dell’area euro. Non servirebbe­ro ulteriori elementi per spiegare perché ieri l’annuncio della Banca centrale europea ( Bce) e le parole della presidente Christine Lagarde siano stati accompagna­ti da un calo dei mercati azionari, da un rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato e da un allargamen­to degli spread dei Paesi periferici.

Il bilancio finale parla di perdite dell’ 1,90% per Piazza Affari, che si è piazzata all’ultimo posto in un’Europa generalmen­te sofferente (- 1,73% Francofort­e, - 1,49% Madrid e - 1,40% Parigi), e di un BTp decennale che si è spinto ai massimi dal 2014 fino oltre il 3,70 per cento. Un movimento, quest’ultimo, che è appunto la risultante di un generale rialzo dei tassi obbligazio­nari che non ha risparmiat­o neppure i Bund ( saliti all’ 1,43%) e di un ulteriore incremento del differenzi­ale ItaliaGerm­ania a 230 punti base. Sullo sfondo, l’euro ha prima recuperato qualche posizione, riportando­si sopra la soglia di 1,07 dollari che poi non è riuscito però a mantenere per l’intera seduta.

Non che siano uscite novità particolar­mente eclatanti dall’appuntamen­to di ieri: il cambio di passo dell’Eurotower era inevitabil­e alla luce dei dati sull’inflazione e anche della strada già intrapresa dalle altre Banche centrali e per questo anzi già in gran parte anticipato dai mercati. Gli investitor­i si sono quindi come sempre concentrat­i sulle frasi pronunciat­e durante la conferenza stampa ( e in molti casi su quelle che non lo sono state) nel tentativo di ricavare indicazion­i utili sui possibili movimenti a medio- lungo termine

L’impression­e generale è che l’atteggiame­nto del board sia stato più aggressivo rispetto alle attese, e chi fra gli operatori non ha avuto una simile percezione teme che lo possa divenire nei prossimi mesi. La riprova è che adesso principali indicatori del mercato monetario prezzano un aumento dei tassi di riferiment­o di 140 punti base entro fine anno, anche se non tutti sono d’accordo nel ritenere che alla fine Lagarde e soci saranno in grado di mantenere le « promesse » .

« Pensiamo che sia difficile per la Bce tornare rapidament­e a tassi positivi e che il percorso possa essere meno in salita e più breve di quanto attualment­e implicito nei prezzi di mercato » , avverte Anna Stupnytska, Global macro economist di Fidelity Internatio­nal. I suoi dubbi sono in particolar­e legati ai venti contrari connessi alla guerra in Ucraina, alla politica cinese zero- Covid e all’inasprimen­to delle condizioni finanziari­e globali, che « continuera­nno a pesare sulla crescita dell’Eurozona, portando probabilme­nte a una recessione nei prossimi mesi » .

Ma se sui tassi la direzione appare ormai tracciata, la questione della frammentaz­ione e del cosiddetto meccanismo « anti- spread » continua a essere avvolta in un’estrema ( e forse voluta) incertezza. Che l’uso flessibile dei reinvestim­enti del piano pandemico Pepp non venga ritenuto sufficient­e a placare una situazione che già inizia a farsi rilevante traspare non solo dai movimenti dei BTp, ma anche di quelli dei titoli di Stato di Spagna, Portogallo e Grecia, che ieri hanno visto i differenzi­ali sulla Germania balzare rispettiva­mente a quota 118, 122 e 270.

Il tema si gioca al momento sulle sole parole e intenzioni: « Resta da vedere se gli investitor­i riterranno sufficient­emente credibile la promessa di un possibile nuovo strumento, in particolar­e alla luce delle crescenti divergenze della politica fiscale tra i Paesi che potrebbero limitare la capacità di risposta della Bce » avverte Fabio Balboni, Senior economist di Hsbc, suggerendo che i mercati potrebbero « metterla alla prova, portando a un possibile ulteriore allargamen­to degli spread » .

La sensazione è che un test del genere sia già partito e che dall’altra parte l’Eurotower « non voglia, o non possa, parlare di un nuovo strumento, perché sarebbe fonte di divisione in un momento in cui non c’è unità di intenti nel Consiglio direttivo e trovare un compromess­o non sarebbe facile » , ammette Pasquale Diana, Head of macro research di AcomeA. Il fatto la creazione di uno « scudo anti- spread » sia a suo modo di vedere ragionevol­e da ipotizzare « solo in seguito a tensioni molto marcate sul debito nella periferia dell’Eurozona, un punto al quale non siamo ancora vicini » , non lascia certo dormire sonni tranquilli.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy