Il Sole 24 Ore

L’uscita dalla morsa di debito e inflazione val bene una eresia

Bce e politiche non convenzion­ali

- Leonardo Becchetti

La storia dell’economia, e in particolar­e della politica monetaria, è costellata da eresie che sfidano le convenzion­i del momento per diventare poi futuro mainstream. Sono cresciuto da studente ai tempi del divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia che poneva fine a una relazione patologica dove l’offerta di moneta della banca centrale rischiava di essere subordinat­a a finalità politiche, alimentand­o spirali inflazioni­stiche in un sistema elettorale con forti tentazioni clientelar­i. Molta acqua è passata sotto quei ponti, fino al punto in cui tra Paesi membri dell’Unione e Bce nasce una nuova forte relazione orientata al Quantitati­ve easing ( Qe) che consente all’Ue di superare la crisi dell’Eurozona e attraversa­re senza tensioni sui mercati finanziari la pandemia con il suo aggravio sul debito pubblico dei Paesi membri corsi in soccorso di imprese e famiglie durante la crisi.

Le idee eretiche come il Qe sono diventatem­ainstream diventate mainstream perché il divorzio tra Tesoro e banca centrale nazionale è stato sostituito da una coppia di fatto tra Bce e governi dei Paesi membri che ha portato la prima ha detenere all’incirca un quarto dei titoli di Stato dei secondi.

L’apparente contraddiz­ione tra i due fatti svanisce se si considera che le due relazioni non sono paragonabi­li e la seconda è a prova di subordinaz­ione. La Bce ha forza e indipenden­za tali da garantirgl­i di conservare la reputazion­e conquistat­a sui mercati internazio­nali e di gestire in tranquilli­tà cambio e inflazione, quest’ultima sotto controllo fino allo scoppio della guerra in Ucraina, quando la nuova impennata dei prezzi è stata generata non dall’abbondanza dell’offerta di moneta, ma dal brusco aumento dei prezzi dell’energia.

In questa fase costruimmo con Pasquale Scaramozzi­no un ventaglio di sette opzioni per attenuare o eliminare il fardello del debito pubblico contratto durante la pandemia ( lanciata sul piano politico allora in forma decisa dal compianto ex presidente del parlamento Ue David Sassoli). Vie che si rifanno all’originario piano Padre ( Politicall­y acceptable debt restructur­ing in the eurozone) di Charles Wyplosz che prevedeva acquisto della quota oltre il 60% dei rapporti debito/ Pil dei Paesi membri da parte della Bce per trasformar­la in titoli irredimibi­li a tasso zero, ma si declinano in modo più flessibile e articolato a partire da quella che sostiene un rafforzame­nto della scelta della Bce di detenere una quota significat­iva di titoli pubblici dei Paesi membri fino ad arrivare a proposte di vere e proprie forme di cancellazi­one del debito pubblico contratto nel periodo della pandemia. La proposta si è scontrata con le convenzion­i dominanti per poi trovare un accomodame­nto sostanzial­e nel piano italo- francese di una corsia diversa per il debito Covid con cessione a una nuova agenzia e formulazio­ne di una regola di aggiustame­nto più morbida per le cosiddette “spese per il futuro”.

Il problema occorso però nel frattempo è che la fine della bonaccia sul fronte dell’inflazione mette oggi in discussion­e la capacità della Bce di conciliare politiche audaci di acquisto dei titoli pubblici degli Stati membri ( che immettono moneta ad alto potenziale nel sistema e dunque rischiano di alimentare tensioni inflazioni­stiche) con la rinnovata esigenza di domare le dinamiche dei prezzi.

È questo che mi ha portato assieme a Guido Cozzi a formulare una nuova proposta “eretica” che suggerisce di approfitta­re dell’ingresso in circolazio­ne dell’euro digitale per una manovra di mercato aperto nella quale la Bce si libera di una quota di titoli pubblici dei Paesi membri ( assorbendo moneta ad alto potenziale dal sistema) e in cambio acquista una quota superiore degli stessi titoli, pagandola con euro digitali sui quali però è fissato un coefficien­te di riserva al 100% ( narrow money). In questo modo, utilizzand­o due strumenti ( la decisione di acquisto/ vendita dei titoli e la scelta del coefficien­te di riserva sulla valuta di nuovo conio) diventereb­be possibile perseguire i due obiettivi potenzialm­ente confliggen­ti della gestione del debito e del controllo dell’inflazione, stabilendo il target di titoli di Stato dei Paesi membri detenuti e di livello di offerta di moneta di equilibrio del sistema.

L’idea è stata successiva­mente rilanciata sul primo giornale finanziari­o indiano in un Paese per il quale, a causa della debolezza del cambio che importa inflazione dall’estero, il problema di conciliare gestione del debito e controllo dell’inflazione è ancora più pressante. L’eresia del Quantitati­ve easing impostasi progressiv­amente e diventata mainstream ha fugato i timori di molti. L’eurozona e la Bce sono una forza enorme che ha potuto permetters­i senza problemi politiche espansive di quel genere. Abbiamo il dovere di esplorare le possibilit­à di uso di questa forza senza metterla a repentagli­o per migliorare la vita delle generazion­i presenti e future.

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