Design di lusso, mercato in crescita
Del 7% nei prossimi cinque anni È il settore che si è ripreso più rapidamente dopo lo stop della pandemia
Un segmento ancora tutto sommato piccolo, nel grande bacino dei beni di lusso che nel 2021 ha raggiunto un fatturato di 1.140 miliardi di euro a livello globale, ma che dopo la pandemia ha dimostrato una capacità di ripresa più elevata rispetto agli altri, segnando una crescita del 14% per fatturato rispetto al 2020 e del 7% rispetto al 2019. Il mercato mondiale del design di alta gamma vale secondo l’ultimo Monitor Altagamma- Bain oltre 40 miliardi di euro ed è rappresentato per il 25% da brand italiani, precisa Matteo Lunelli, presidente di Altagamma. Quegli stessi brand che sono in questi giorni protagonisti al Salone del Mobile di Milano, « una grande vetrina non solo per il design, ma per tutti i settori del made in Italy di eccellenza, che durante questo evento presentano le loro idee, i loro progetti e anche molte sinergie trasversali » , aggiunge Lunelli.
Prima della pandemia, il mercato del design era cresciuto mediamente a tassi inferiori rispetto ad altri settori dell’alto di gamma, ma « negli ultimi due anni ha beneficiato di una riscoperta del rapporto con la propria casa e dell’accelerazione del mercato immobiliare di pregio » , spiega Claudia D’Arpizio, senior partner di Bain& Company. Nonostante l’impatto della guerra tra Russia e Ucraina, « riteniamo che sul medio- lungo termine questo trend proseguirà e il settore potrà crescere di un ulteriore 5- 7%, raggiungendo i 50- 60 miliardi » .
Le aziende italiane si riconoscono in questi numeri, dice Maria Porro, presidente del Salone del Mobile: il settore dell’arredamento e illuminazione, nella sua totalità, è infatti cresciuto nel 2021, secondo i dati di FederlegnoArredo, del 10% circa rispetto al 2019. E si riconoscono anche nelle criticità che il Monitor Altagamma- Bain mette in evidenza: la grande frammentazione del tessuto produttivo e il gran numero di imprese “unbranded”, che dovrebbero invece investire maggiormente su strategie di marchio per consolidarsi sui mercati più promettenti, dagli Stati Uniti alla Cina. « Le cose stanno cambiando e la pandemia ha accelerato alcuni processi – precisa D’Arpizio -, tra cui la digitalizzazione, l’uso dell’e- commerce e un rapporto più diretto con i consumatori » .
Restano molte sfide, una delle quali è messa in evidenza da Maria Porro: « Tutti noi crediamo nel portato valoriale dei nostri prodotti – osserva l’imprenditrice –. Vorremmo che questi valori potessero arrivare non solo ai consumatori altospendenti, ma anche a tutti coloro che desiderano circondarsi di prodotti belli e duraturi. La vera sfida per noi è raggiungere anche un pubblico che non ha quella capacità di acquisto che è più facile da intercettare » .
Un mercato da 40 miliardi nel 2021 a livello globale L’Italia rappresenta il 25%