Il Sole 24 Ore

Unione bancaria europea, sfuma ancora l’intesa: piano da riconsider­are

Non c’è accordo su garanzia comune ed esposizion­e al debito sovrano

- Giuseppe Chiellino

Nuova battuta d’arresto per il progetto di Unione bancaria europea, rilanciato nel dicembre 2021 e sul quale, nelle ultime settimane, il presidente dell’Eurogruppo, Pascal Donohoe, aveva provato un’accelerazi­one in vista della riunione dell’Eurogruppo della prossima settimana. Secondo fonti comunitari­e, « nell’attuale contesto economico e geopolitic­o è emerso con chiarezza che non è possibile, al momento, arrivare a un compromess­o tra le diverse posizioni degli Stati » dell’Eurozona sulla road map messa a punto da Donohoe. Resta la contrappos­izione NordSud e il nodo è sempre lo stesso: il difficile equilibrio tra garanzia comune dei depositi ed esposizion­e delle banche al debito sovrano.

Si profila una nuova battuta d’arresto per l’Unione bancaria. Paschal Donohoe, ministro delle finanze irlandese e da luglio 2020 presidente dell'Eurogruppo, ha dato il tutto per tutto e puntava sulla riunione dell’Eurogruppo di giovedì 16 giugno per riuscire mettere d’accordo tutti, almeno su una road map per sbloccare il cammino di uno strumento considerat­o fondamenta­le per la stabilità della zona euro. Solo così la Commission­e Ue rimettereb­be mano alla proposta di un testo normativo da presentare nei prossimi mesi.

Nonostante la “minaccia” di Donohoe di chiudere i ministri in una stanza e riaprirla solo ad accordo raggiunto, le posizioni restano ancora troppo distanti per lasciare spazio all’ottimismo. Lo confermano più fonti, in Italia e a Bruxelles. E gli ultimi sviluppi di politica monetaria e di mercato hanno reso ancora più complicato il confronto. Si registrano convergenz­e solo sulla gestione delle crisi, una delle quattro aree di lavoro individuat­e nella bozza uscita dall’ultima riunione dell’Eurogruppo. Le altre aree sono garanzia dei depositi, limiti alla concentraz­ione dei titoli sovrani e mercato unico dei servizi bancari.

Il nodo è sempre la stesso: il complicato equilibrio tra riduzione e condivisio­ne dei rischi. Gli schieramen­ti sono chiari e vedono ancora una volta la contrappos­izione Nord- Sud. Germania, Olanda e in parte la Finlandia chiedono che la garanzia comune dei depositi bancari sia accompagna­ta dalla riduzione del rischio sul debito sovrano che significa contingent­are i titoli di Stato nei portafogli delle banche di ciascun Paese, attraverso nuovi requisiti di capitale. Il motivo è evidente: evitare che i depositi in banche troppo esposte sul debito pubblico possano godere di una garanzia comune europea, fino all’azzardo di uno Stato membro che aumenti il proprio indebitame­nto facendo leva proprio sugli acquisti da parte dei propri istituti bancari. A Sud, soprattutt­o dall’Italia, con il sostegno interessat­o della Francia, la replica è perentoria: proprio ora che la Bce sta ridimensio­nando gli acquisti di titoli pubblici non possiamo permetterc­i un limite all’intervento delle banche nazionali, è un rischio troppo grosso. Se questo è il prezzo da pagare, non se ne fa nulla, è la posizione intransige­nte italiana. Il nodo è delicatiss­imo, una linea rossa comune per due schieramen­ti opposti, spiegano fonti vicine al dossier.

Alla Francia, più che l’esposizion­e bancaria sui titoli sovrani, interessa un altro capitolo del dossier , legato alle garanzie sui depositi delle controllat­e estere ( home- host, in gergo), un principio che può creare difficoltà agli istituti francesi che hanno una forte proiezione oltreconfi­ne.

Del dossier perciò hanno discusso anche Emmanuel Macron e Mario Draghi, martedì sera a Parigi. E a Bruxelles si sperava in un intervento che ammorbidis­se le posizioni in vista dell’Eurogruppo. La speranza a Roma e Parigi era probabilme­nte che anche il cancellier­e tedesco Scholz agisse sul suo ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner. Ma evidenteme­nte così non è stato.

La cosa più probabile, dunque, è che la riunione si chiuda con un accordo su un testo « con forti elementi di ambiguità » , spiega una fonte qualificat­a, in modo da poter dire che il lavoro va avanti e non dover riconoscer­e una sconfitta. Ma anche per non dare un messaggio negativo ai mercati finanziari che già, per altre ragioni, hanno messo sotto pressione i titoli bancari.

Altra ipotesi è che si decida di rinviare tutto a dopo l'estate e di collegare la partita dell'Unione bancaria a quella della revisione del Patto di stabilità a cui è comunque intrinseca­mente legata per le implicazio­ni sul debito sovrano e i percorsi nazionali di riduzione del rischio.

‘ La riunione del 16 giugno potrebbe concluders­i con l’accordo su un testo ambiguo oppure con un rinvio a dopo l’estate

 ?? GETTY IMAGES ?? eurogruppo. Si registrano convergenz­e solo sulla gestione delle crisi, una delle quattro aree di lavoro individuat­e nella bozza uscita dall’ultima riunione dell’Eurogruppo
GETTY IMAGES eurogruppo. Si registrano convergenz­e solo sulla gestione delle crisi, una delle quattro aree di lavoro individuat­e nella bozza uscita dall’ultima riunione dell’Eurogruppo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy