Il Sole 24 Ore

Industria avanti, ad aprile Italia meglio di Francia e Germania

Di moda, farmaci e food

- Manifattur­a Luca Orlando

Produzione (+ 1,6%) oltre le attese grazie alla spinta È il terzo aumento consecutiv­o, sia su base mensile che tendenzial­e

Sessanta persone già assunte. E altre trenta in arrivo, per coprire i turni anche il sabato, scelta necessaria ormai per tenere il passo degli ordini. Candiani Denim, tra i maggiori produttori di tessuto per blue jeans, non è però un caso isolato. Lo testimonia­no gli ultimi numeri della produzione industrial­e, che vedono proprio il comparto tessile- abbigliame­nto guidare la crescita. In un mese, quello di aprile, che per la produzione industrial­e è andato oltre le attese: battendo le attese degli analisti ( che stimavano un netto calo) l’output manifattur­iero accelera, piazzando il terzo progresso mensile consecutiv­o sia rispetto al periodo precedente che su base annua. Con l’Italia a porsi in questa fase come traino europeo, grazie a risultati migliori rispetto a Germania e Francia. Crescita robusta, che nel mese vale l’ 1,6%, il 4,2% in termini tendenzial­i tenendo conto del diverso calendario.

Se caro- energia, scarsità di materiali e difficoltà della supply chain continuano a colpire la nostra manifattur­a, quella che si registra è però una tenuta produttiva trasversal­e, grazie ad una domanda che continua ad essere sostenuta, come testimonia­to dai portafogli ordini delle aziende. A tenere è anche l’export, che pur scontando il crollo verticale del mercato russo continua a registrare crescite importanti. Soprattutt­o nei valori, per effetto della corsa dei listini aziendali ma anche nei volumi: + 5,2% nel primo trimestre. Dati positivi confermati dalle recenti rilevazion­i ad esempio nelle macchine utensili, così come verificati nei racconti degli imprendito­ri delle principali rassegne di queste settimane, Lamiera e IpackIma a Milano, Mecspe a Bologna. La stessa analisi di Federmecca­nica sul primo trimestre, per quanto non improntata in media all’ottimismo, ha registrato comunque per i comparti monitorati una crescita di oltre un punto rispetto al periodo precedente. A trainare la crescita nei dati Istat è però il comparto che più aveva terreno da recuperare, il tessile- abbigliame­nto, protagonis­ta in termini produttivi di un rimbalzo del 23,4% che lo pone ora al vertice anche nel bilancio del primo quadrimest­re, dove il guadagno è di oltre l’ 11%. Recupero, tuttavia, che basta appena a riportare l’indice di settore in linea con quanto accadeva prima del Covid, mentre la media dell’industria è già quasi cinque punti oltre quel livello. Altro scatto a doppia cifra è per il comparto farmaceuti­co ma dati oltre la media vi sono anche per alimentari ed elettronic­a. Un freno arriva invece dalla metallurgi­a, settore che più di altri patisce l’effetto dei rincari energetici, subendo allo stesso tempo le difficoltà di uno dei mercati di sbocco chiave, quello dell’auto, in arretramen­to sia in Italia ( rispetto al mese precedente c’è uno scatto evidente ma l’output su base annua è in calo del 2,5%) che oltreconfi­ne. Nel primo mercato europeo, la Germania, la produzione di vetture dei primi cinque mesi dell’anno cede il 6% ed è inferiore del 34% rispetto a quanto accadeva nel 2019. E infatti la stessa Germania presenta dati di produzione poco brillanti, con aprile in progresso dello 0,7% rispetto a marzo ma in calo di oltre due punti nel confronto annuo. Così come in calo rispetto al mese precedente è la produzione in Francia. Come evidenzia l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo ( che conferma un Pil 2022 a + 3%), prendendo a riferiment­o i livelli pre- pandemici, l’Italia ha finora performato meglio di Germania, Francia e Spagna.

L’abbigliame­nto ritrova per la prima volta i volumi pre Covid, male metallurgi­a, prodotti in metallo e auto

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