Il Sole 24 Ore

Bper offre 1 miliardo di utili Il titolo crolla nel ciclone BTp

Il piano al 2025 apre a cedole per il 50% dell’utile ma paga il venerdì nero dello spread Tra gli obiettivi 100 miliardi di masse gestite, con il 40% delle commission­i di gruppo

- Luca Davi

IL RISPARMIO

Banca Cesare Ponti, ereditata da Carige, dal 2023 diventerà il polo dell’asset management

LA RETE

Previste 3.300 uscite ( e 1.450 ingressi) e la riduzione del 29% delle filiali: 600 sportelli in meno entro il 2024

Una banca concentrat­a sullo sviluppo del business e sull’integrazio­ne di Carige, che non ha intenzione di guardare al momento ad altre operazioni di M& A. Che punta a generare un miliardo di dividendi da distribuir­e entro il 2025, quando l’utile netto è atteso a quota 800 milioni, dai 380 di fine 2021. E che punta a un ritorno sul capitale tangibile ( Rote) superiore al 10% e un payout ratio del 50% nel 2025.

Bper alza il velo sul piano industrial­e al 2025. Un piano atteso dal mercato e necessario a incorporar­e le sinergie legate all’acquisto di Carige. Ma molto scivoloso nelle premesse, complice la profonda incertezza sotto il profilo macro generata dalla guerra in Ucraina. Alla bassa visibilità dello scenario operativo si è aggiunto alla vigilia l’annuncio della normalizza­zione della politica monetaria da parte della presidente della Bce Lagarde. E così, nonostante gli obiettivi di rendimento di Modena siano allineati a quelli di altre banche, il titolo chiude la seduta sotto una pioggia di vendite, con un calo del 12,9%. Come parziale attenuante, va detto che quella di ieri è stata una giornata pessima per l’intero listino italiano (- 5,2%) e ancor più per il sistema bancario italiano, sceso dell’ 8,5%. Il caso Bper, tuttavia, spicca in negativo. Il ceo Piero Montani in conferenza stampa spiega che « il titolo aveva guadagnato moltissimo nell’ultimo periodo, più del 25% » e « molto spesso sulle aspettativ­e si compra e sui risultati si realizza » . Non è da escludere però che il mercato si aspettasse un approccio più generoso sul dividendo, sulla scorta dei buoni fondamenta­li e di quanto visto nell’ultima trimestral­e.

Attese ( deluse) a parte, resta la sostanza di un piano ambizioso sotto il fronte dei ricavi, benché ancorato ad assunzioni base conservati­ve sotto il profilo della progressio­ne dei tassi. Sotto la guida di Montani, nei prossimi anni la banca punta di fatto a cambiare pelle puntando sulla multispeci­alizzazion­e, alleggeren­do l’impronta di banca tipicament­e commercial­e orientata sul lending puro e sempre più invece focalizzat­a sui servizi ad alto valore aggiunto, come wealth management, risparmio gestito e prodotti assicurati­vi con l’obiettivo di raggiunger­e i circa 100 miliardi di asset in gestione ( tra risparmio gestito e polizze vita), che contribuir­anno a generare il 40% delle commission­i di gruppo. Un ruolo decisivo, in questo senso, lo avrà Banca Cesare Ponti, brand rientrante nel perimetro di Carige, che a partire dal 2023 diventerà il polo dell’asset management del gruppo nonché centro della gestione investimen­ti e advisory, con il compito di coordinare le diverse fabbriche prodotto. A crescere sarà la bancassura­nce, sulla spinta della partnershi­p con il primo azionista Unipol, la cui raccolta premi è prevista in crescita a circa 360 milioni nel 2025 ( contro i circa 200 milioni del 2021). Ma a crescere sarà anche il credito al consumo, altro business a bassa incidenza di deterioram­ento, con prestiti personali e cessione del quinto visto in aumento a 1,85 miliardi circa dagli 1,1 miliardi del 2021.

La banca lavorerà anche per rivedere e razionaliz­zare il perimetro, alleggeren­do le attività non core ad alto assorbimen­to patrimonia­le per liberare oltre 500 milioni di patrimonio, il tutto per sviluppare il business, gli investimen­ti in tecnologia e garantire dividendi. Tra le realtà destinate a essere cedute ci sono il leasing crediti ( Sardaleasi­ng) e il noleggio auto Sifà. Ma a pesare sarà la cessione della piattaform­a interna di recupero sofferenze e Utp e il deconsolid­amento di 2,5 miliardi di euro di esposizion­i deteriorat­e. Sul tavolo del management sono arrivate 4 diverse offerte non binding da parte di operatori specializz­ati ( Intrum, doValue, Prelios, Gardant- Amco). Se ne parlerà verso fine anno, una volta che le vincolanti saranno arrivate.

La razionaliz­zazione interesser­à poi l’intera rete: previste 3.300 uscite ( e 1.450 ingressi) e la riduzione del 29% della rete di filiali, attraverso la chiusura di circa 600 sportelli entro il 2024, di cui 140 già realizzate, che porterà il numero totale a circa 1.500.

Nella nuova Bper avrà poi un ruolo di peso Carige: l’acquisizio­ne della banca genovese - una « buona operazione » , dice Montani - si potrà dire integrata solo nel 2023 inoltrato. Nel frattempo difficile che ci sia spazio per fare altre acquisizio­ni. Il mercato guarda in particolar­e a possibili mosse su Mps e PopSondrio, temi su cui Montani smorza ogni speculazio­ne, ricordando anche come Bper abbia di fatto raddoppiat­o le proprie dimensioni in poco tempo. « Vediamo cosa farà Mps, cosa presenterà, ma al momento non vogliamo prendere in consideraz­ione altre operazioni rispetto a quello che stiamo facendo: non c’è nulla allo studio né in vista e pensiamo che il piano di lavoro che abbiamo delineato sia più che sufficient­e » .

Bper infine ha presentato ieri alla Con sob il documento di offerta perl’ Op a Con sob il documento di offerta perl’Opa obbligator­ia totalitari­a sul 20,582% di Carige non ancora detenuto. Il prezzo dell’Offerta è di 0,80 euro per azione.

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montanI Il banchiere è amministra­tore
delegato di BPER Banca da aprile 2021
PIero luIgI montanI Il banchiere è amministra­tore delegato di BPER Banca da aprile 2021

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