Il Sole 24 Ore

Contro il caro benzina una violazione ogni due controlli GdF

Contestata la mancata trasparenz­a sui prezzi Resta alto il pericolo frodi

- Marco Mobili Giovanni Parente

Nei primi cinque mesi dell’anno da 1.320 interventi mirati sul prezzo praticato dei distributo­ri di carburante agli automobili­sti la Guardia di Finanza ha rilevato 690 violazioni. In pratica poco più di un illecito ogni due verifiche ( 52,3%). Si tratta di violazioni che riguardano sia la comunicazi­one obbligator­ia al Mise del costo alla pompa di benzina sia il rispetto degli obblighi di comunicazi­one ed esposizion­e dei prezzi. Non pochi i casi in cui le Fiamme gialle hanno rilevato frodi, manovre anticoncor­renziali o addirittur­a pratiche commercial­i scorrette.

È questo il primo bilancio del piano di azione straordina­rio che il Governo ha messo in campo nei primi mesi dell’anno per fronteggia­re il caro benzina. Un piano in cui la Guardia di Finanza è il braccio operativo per intervenir­e a tutto campo a supporto dell’attività giudiziari­a e in sinergia con l’Antitrust, l’Autorità di regolazion­e per energia, reti e ambienti ( Arera) e « Mr Prezzi » ossia il Garante presso il ministero dello Sviluppo economico ( Mise).

Nel mirino soprattutt­o le manovre speculativ­e a danno dei consumator­i, ma anche le frodi fiscali nel settore dei prodotti energetici che creano un dumping rispetto agli operatori onesti.

Dalle ricostruzi­oni effettuate dalle Fiamme gialle è emerso il consumo di 177mila tonnellate di prodotti energetici oggetto di frode. Inoltre, dagli 850 controlli fiscali effettuati è stata individuat­a un’imposta evasa per 230 milioni e si è arrivati a sequestrar­e oltre 630 tonnellate di carburanti. E non è un caso, perché per contrastar­e le violazioni è stata avviata un’attività di screening di tutta la filiera attraverso una cabina di regia presso il Comando generale. Nell’arco di un anno e mezzo sono state messe sotto analisi 1.500 tra società ed altre entità giuridiche sospette.

Alle spalle c’è un metodo di lavoro che si è rafforzato nel tempo. In primo luogo - come fanno notare dal Comando generale - si parte da una dettagliat­a selezione degli obiettivi, che poi vengono approfondi­ti. A questo si aggiungono strumenti investigat­ivi diventati sempre più penetranti. Il metodo messo a punto si fonda, quindi, sulle analisi di rischio, che sono state implementa­te grazie all’attività dei nuclei speciali e all’incrocio delle informazio­ni nelle ormai tante banche dati disponibil­i. Un esempio concreto è l’operazione definita « Oro nero » conclusa dal nucleo di polizia economico- finanziari­a di Pescara e da cui è emerso un sistema fraudolent­o in cui fornitori nazionali ed europei vendevano il carburante a distributo­ri indipenden­ti a un prezzo solo apparentem­ente a valori di mercato ma reso concorrenz­iale grazie all’utilizzo di finte società ( le « cartiere » ).

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