SPREAD, LA BCE CEDA IL PASSO AL MES
L’annuncio da parte della Banca centrale europea della fine degli interventi sui titoli sovrani e degli aumenti necessari e inevitabili dei tassi d’interesse ufficiali ha avuto immediate ripercussioni sugli spread avversi, rispetto al Bund tedesco, sui titoli del debito pubblico greco e italiano. Non aiuta i mercati e l’opinione pubblica a capire che cosa sta succedendo la comunicazione della Bce, che ha lasciato intendere nelle scorse settimane che avrebbe potuto allo stesso tempo restringere la liquidità, preservare la crescita e gestire le possibili tensioni sui Paesi ad alto debito pubblico.
La reazione violenta dei mercati in tutta Europa alle decisioni del Governing Council e alla conferenza stampa della presidente Christine Lagarde pare confermare che i segnali troppo rassicuranti mandati agli investitori dalla Bce nelle scorse settimane li avevano portati fuori strada.
Poiché nei prossimi mesi la Bce dovrà stringere ancora, è tempo di fare ora la discussione che la banca centrale ha rifiutato di fare prima su cosa si può veramente fare per frenare ulteriori tensioni.
La prima indicazione che traggo dagli eventi recenti è che lo scudo anti- spread che la Bce andava balenando davanti agli investitori non è fattibile. Esso richiederebbe infatti, per mantenere allo stresso tempo il desiderato grado di restrizione, che la banca centrale si mettesse ad acquistare titoli italiani cedendo al mercato titoli tedeschi dal suo portafoglio. Perfino la “colombina” tedesca Isabel Schnabel non potrebbe arrivare a tanto; certamente la maggioranza del Governing Council si opporrebbe. Dunque la Bce dovrebbe convincersi, come predico da tempo, che il compito di combattere l’ampliamento degli spread non le appartiene, né in base al suo mandato, né in pratica perché incompatibile con l’esigenza di stringere la liquidità.
Esistono alternative? Certamente. L’alternativa è quella di demandare quel compito di gestione dei debiti sovrani dell’eurozona in pancia alla Bce al Meccanismo europeo di stabilità ( Mes), lo strumento creato dal Consiglio europeo con la missione specifica di preservare la stabilità finanziaria dell’eurozona, come ha ben chiarito la sentenza Pringle della Corte europea di giustizia. Tale funzione è separata e indipendente dalla politica monetaria, la cui missione principale è invece quella di assicurare la stabilità dei prezzi. Cercando di mischiare le due funzioni, la Bce sta disorientando gli investitori.
Per consentire al Mes di svolgere tale funzione si dovrebbe autorizzarlo ad acquistare una parte maggiore dei titoli sovrani detenuti dalla Bce, offrendo come corrispettivo le sue passività in euro, per le quali vi è ampia domanda in eccesso sui mercati dei capitali. Il Il Mes potrebbe poi gestire quei titoli come una vera agenzia del debito pubblico dei Paesi dell’euro, garantendone comunque il rinnovo a tempo indefinito.
Un mio studio pubblicato con il Ceps a Bruxelles nel novembre scorso ( « On the selling of sovereigns held by the ECB to the ESM: a revised proposal » ) contiene i dettagli tecnici, oltre che la dimostrazione che il Mes può svolgere questa funzione senza bisogno di mutare il suo trattato istitutivo.
La Bce ha rifiutato per mesi qualunque contatto per discutere questo schema, insieme ad altri promossi da vari colleghi ( si veda al riguardo il mio editoriale su VoxEU del 1° aprile). Mi pare che i fatti mi stiano dando ragione. Chissà se ora avrà voglia di ascoltare.
‘ L’Eurotower non riuscirà a frenare le tensioni sul debito sovrano mentre alza i tassi, per questo c’è uno strumento migliore