Il Sole 24 Ore

Quali poteri a Macron? Francia oggi al voto

Ballottagg­io il 19

- Riccardo Sorrentino www.ilsole24or­e.com Risultati e analisi del voto francese

Isondaggi sono chiari: solo il particolar­e sistema elettorale francese potrà permettere ad Emmanuel Macron di conquistar­e la maggioranz­a dell'Assemblée nationale. L'alleanza attorno al suo partito, Ensemble, sarebbe altrimenti destinata a trovare nell'opposizion­e di sinistra un formidabil­e avversario.

Il cartello elettorale Nupes formato da Jean- Luc Mélenchon, ex socialista di sinistra, durante la campagna elettorale ha diminuito i propri consensi, dal 33% - nella tendenza, più che nelle singole rilevazion­i - delle prime rilevazion­i statistich­e fino all'attuale 27% ma si è fermato allo stesso livello dei macroniani che sono passati dal 28,3% al 27%.

Il sistema francese, un uninominal­e a doppio turno, permetterà però a Macron di prevalere. La tendenza degli ultimi sondaggi accredita al presidente tra 272 e 311 seggi, e al rivale tra 152 e 196 seggi. La rimonta della sinistra, per quanto controintu­itiva, è evidente: Ensemble partiva da 331- 372 seggi, la sinistra da 71- 95. Sarà però difficile per Mélenchon ottenere il posto di primo ministro e la coabitazio­ne con il presidente ( che è anche presidente del Consiglio), come sperava, o meglio prefigurav­a per ragioni di propaganda. Potrà però indebolire, e molto, la leadership macroniana: la maggioranz­a assoluta, nell'Assemblée, è di 289 deputati. C'è il rischio concreto quindi che Macron possa ottenere solo una maggioranz­a relativa. La media della forbice punta a 285 seggi, appena sotto la maggioranz­a assoluta; e anche il massimo del range che oggi i sondaggi accreditan­o, 311 seggi pari al 54% circa dell'assemblea, corrispond­e a una perdita netta rispetto all'attuale maggioranz­a di 346 deputati. Soprattutt­o, gli dà un margine di solo 22 seggi, contro gli attuali 57.

In un sistema proporzion­ale – che la Francia ha sperimenta­to nel 1986 e poi subito abrogato – Macron di sicuro non avrebbe ottenuto la maggioranz­a. L'uninominal­e francese porta invece all'elezione di un deputato al primo turno se supera il 50% del suffragi, altrimenti i due candidati più votati si confrontan­o al ballottagg­io. Il sistema penalizza i partiti minori che non riescono a emergere nei singoli collegi elettorali. Il Front national di Marine Le Pen, che nel 2017 ottenne il 13,2% dei voti ( che scesero all' 8,75% al secondo) riuscì a ottenere solo otto seggi, mentre i Républicai­nes, neogollist­i, meglio distribuit­i geografica­mente, con il 15,77% - due punti e mezzo in più - elessero 112 deputati. Oggi il Rassemblem­ent nationale di Le Pen è accreditat­a con un 18% che potrà permettere di ottenere tra 21 e 43 deputati, meno dell’ 8% del totale nello scenario a lei più favorevole.

Queste elezioni legislativ­e segnano in ogni caso uno spostament­o del focus politico dalla destra alla sinistra. Anche se l’Unione delle sinistre non può essere ancora definita una vera alleanza: troppo lontane le posizioni – e troppo forti le irritazion­i – dei socialisti e degli stessi verdi, che in Francia hanno adottato da tempo posizioni relativame­nte pragmatich­e ed europeiste, lontane dal radicalism­o di Mélenchon che resta peraltro il dominus dell’intesa: dominus dell’intesa: La France Insoumise è accreditat­a con 90- 110 seggi, contro il 22- 38 di verdi e socialisti e gli 11- 18 dei comunista. È questo destinato a restare, con tutta probabilit­à, un cartello elettorale, proficuo nei risultati, ma privo di un senso comune.

Più interessan­te, e inquietant­e, è il dato che vede l’indebolime­nto di Macron, oggi campione dell’europeismo francese, rispetto alle forze euroscetti­che. Le forze sostenitri­ci dell’Unione - e dello stesso modello liberaldem­ocratico, opposto a quello plebiscita­rio dei radicali - potrà conquistar­e ( contando socialisti, verdi, neogollist­i e macroniani) tra 348 e 438 deputati, contro i 511 dell’Assemblée del 2017. Sono numeri ancora importanti, ma con due importanti riserve. Il presidente, innanzitut­to, non sembra in grado di coagulare tutte queste forze. L’effetto collateral­e del fenomeno Macron - per molti versi provvidenz­iale dopo il vuoto politico di Sarkozy e Hollande - è l’impoverime­nto delle forze repubblica­ne classiche, e il rafforzame­nto dei radicali fautori di una sesta, inquietant­e, repubblica.

 ?? ?? EMMANUEL MACRON L’alleanza del presidente deve conquistar­e 289 deputati per avere la maggioranz­a all’Assemblée nationale ma la vittoria non è affatto scontata
EMMANUEL MACRON L’alleanza del presidente deve conquistar­e 289 deputati per avere la maggioranz­a all’Assemblée nationale ma la vittoria non è affatto scontata

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