Exprivia, nel dopo Italtel la sfida è su big data e intelligenza artificiale
Small cap. Messa alle spalle la mancata integrazione con la società di reti tlc, il gruppo focalizza gli sforzi sul core business: spesa in ricerca al 4- 5% dei ricavi
Da un lato focalizzarsi con più forza sulle aree di business a maggiore crescita. Dall’altro spingere la ricerca e sviluppo, in particolare sul fronte dell’analisi dei big data e dell’uso dell’intelligenza artificiale. Sono tra i focus di Exprivia, società a piccola capitalizzazione per cui il risparmiatore deve gestire il titolo con molta attenzione, a sostegno dell’attività nel dopo Italtel.
Il gruppo, di cui la Lettera al risparmiatore ha sentito i vertici, di recente si è lasciato definitivamente alle spalle l’operazione con la società di Tlc. L’avventura, com’è noto, non è andata a buon fine e ora la sfida è proseguire nel sentiero di crescita senza la stessa Italtel. In tal senso Exprivia vuole, per l’appunto, concentrare maggiormente gli sforzi, seppure tutti i segmenti d’attività rimangano importanti ed essenziali, su 4 aree di business: “Sanità e salute”, “Banche, finanza e assicurazioni”, “Energy & utilities” e “Difesa e aerospazio”.
Il mondo della sanità
Con riferimento al primo fronte ( Sanità e salute) da un lato la società sfrutta il tema, peraltro trasversale all’intera economia, della digitalizzazione; dall’altro c’è l’attesa per l’effetto economico- finanziario dei progetti legati al Pnrr. In generale nel comparto in oggetto la strategia, a differenza dell’area della PA dove l’obiettivo è soprattutto realizzare delle partnership, è quella di sfruttare il forte posizionamento della società nel settore. Quindi il gruppo si presenta come singolo interlocutore diretto del cliente ( ad esempio enti ospedalieri) oppure quale coordinatore dei soggetti che propongono l’offerta. Ciò detto Exprivia, con riferimento al 2022, stima una crescita dell’area “Sanità e salute” del 5% rispetto al 2021.
La finanza
Dall’healthcare al mondo di “Banche, finanza e assicurazioni”. Qui la maggiore attenzione è su tre fronti. Il primo sono i servizi e prodotti a sostegno del mercato finanziario ( tra le altre cose le soluzioni tecnologiche che supportano la tesoreria delle banche). Il secondo, invece, è quello che riguarda la gestione dei crediti ( ad esempio valutazione del merito di credito) e del factoring. Infine, senza dimenticare il tema della cyber security, ci sono l’open innovation e l’open banking. Al di là della specifica operatività l’azienda, per l’esercizio in corso, stima il business di “Banche, finanza e assicurazioni” flat ( piatto) rispetto al 2021.
Utilities ed energia
In crescita, invece, le previsioni per “Energy & utilities”. In questo caso un key driver è la digitalizzazione delle reti e la costituzione dei cosiddetti “gemelli digitali” ( ovvero la rappresentazione virtuale delle pipeline). Nell’ambito in oggetto le aree d’intervento di Exprivia sono diversificate: dai sistemi software ( ad esempio per la gestione delle colonnine di ricarica elettrica) fino alle soluzioni d’intelligenza artificiale finalizzate alla gestione e uso dei dati che riguardano i network. Nel 2021 questo comparto è cresciuto molto ( intorno al 18%). Con riferimento al 2022 il discorso è più articolato: la guerra in Ucraina e il conseguente rialzo dei prezzi delle materie prime hanno indotto maggiore volatilità al settore. Con il che l’ “Energy e utilities” è stimato avere un passo di marcia inferiore di quello del 2021, seppure al rialzo. Exprivia prevede la crescita dell’area intorno al 10% rispetto allo scorso anno.
Attività spaziali
Infine “Difesa e Aerospazio”. In questo comparto, tra le altre cose, cominciano ad entrare nel vivo le attività legate al Pnrr. L’Esa, va ad esempio ricordato, gestirà 1,78 miliardi. A ciò si aggiunge, poi, il nuovo programma della Commissione Europea ( DestinE) che vuole sviluppare un modello digitale della terra per monitorare e predire i cambiamenti climatici. In un simile contesto Exprivia prevede, nel 2022, una crescita dell’area “Difesa & Aerospazio” di almeno il 10% sul 2021.
L’andamento dell’economia
Tutto facile come bere un bicchiere d’acqua, quindi? La realtà è più complicata. Il risparmiatore fa una considerazione: la guerra in Ucraina, soprattutto con riferimento alle sanzioni, ha indotto una frenata dell’economia in Europa. Nel primo trimestre il Pil dell’Italia è piatto. Si tratta di un contesto che, unitamente all’incertezza sul futuro, induce il rischio di una minore domanda da parte delle imprese anche per l’It. Il che può impattare sulla futura crescita aziendale. Exprivia, sul tema in oggetto, invita ad un’analisi più articolata. Certo: il conflitto in Ucraina e il rincaro delle materie prime, viene spiegato, può in ipotesi indurre il rallentamento della domanda in alcuni settori, in particolare tra la clientela privata. Ciò detto tuttavia, indica sempre la società, il gruppo è ben posizionato per sfruttare la digitalizzazione dell’economia. Un fenomeno che da un lato, al di là degli attuali sconvolgimenti geopolitici, ha una natura strutturale di lunga durata; e che dall’altro, afferma Exprivia, proprio nei momenti di crisi, viene se possibile agevolato dalle imprese che ricercano maggiori efficienze e flessibilità.
Il fronte dell’innovazione
Fin qui alcune indicazioni rispetto alle aree di business e alle prospettive future. Il gruppo, però, ha un altro focus: la ricerca e sviluppo. In media la società investe ogni anno circa il 3% dei ricavi in R& D. Nei prossimi esercizi, tuttavia, l’azienda prevede di spingere ulteriormente su questo fronte. Nel 2022 e 2023 gli investimenti dovrebbero salire al 4- 5% del fatturato. Già, salire. Ma quali le aree su cui Exprivia punta maggiormente? Una tra queste è costituita dalle soluzioni di intelligenza artificiale. Così si possono ricordare, nella salute, i progetti di diagnostica per immagini in cui l’artificial intelligence è di supporto al personale sanitario al fine di definire la diagnosi. Non solo. Altro fronte della sperimentazione è quello della robotica. Qui ci sono le soluzioni informatiche che consentono, tra le altre cose, il funzionamento dell’interfaccia uomo- macchina. Non si può, poi, dimenticare la cyber security. In questo caso è rilevante l’analisi dei big data, lo sviluppo di algoritmi di machine learning che consentano non solo di gestire gli attacchi ma anche di prevenirli. Insomma: il focus su intelligenza artificiale e dati è tra le priorità del gruppo post Italtel.
Una nuova fase rispetto alla quale il risparmiatore esprime un dubbio. I ricavi attesi nel 2023, considerando la società di telefonia ora non più facente parte del gruppo Exprivia, erano importanti. Certo: l’azienda cresce comunque sia nel fatturato (+ 7,2% il giro d’affari del primo trimestre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021) che nella redditività ( Ebit in rialzo del 62,3%). Ciò detto, però, le dimensioni sono ben minori di quanto preventivamente atteso. Una condizione che fa storcere il naso e che rischia, anche per la sempre maggiore concorrenza, di costituire un limite alla crescita. Exprivia rigetta la valutazione. In primis, è l’indicazione, perché la società per l’appunto ha continuato a espandere il proprio business. Ricavi ed Ebit, dal 2017 al 2021, sono passati, nonostante le varie crisi, rispettivamente da 161,2 a 181,7 milioni e da 10,7 a 18,1 milioni. E poi perché, sottolinea sempre il gruppo, da una parte la società ne è comunque uscita rafforzata nei fondamentali; e dall’altra perché adesso ha la possibilità di focalizzarsi maggiormente sul suo core business. Una condizione quest’ultima che, rimarca Exprivia, permetterà di meglio gestire la crescita futura.
Una crescita che, va sottolineato, in linea di massima dovrebbe avvenire per linee interne. La leva dell’M& A sarà sfruttata in ottica opportunistica. Cioè: quando le occasioni si presenteranno. Al di là di ciò, quale l’identikit del potenziale target? In generale il gruppo guarda a due tipologie di realtà. La prima è costituita da società con 5- 10 milioni di ricavi, che consentano di acquisire competenze tecnologiche in mercati dove il gruppo è già presente ( dall’Italia fino alla Spagna e Germania). La seconda, invece, riguarda aziende più grandi ( 50- 100 milioni di fatturato) e si riconduce al tema della crescente frammentazione del mercato che può dare luogo a opportunità di carattere industriale. Sennonché il risparmiatore effettua una valutazione: a fronte dell’insuccesso dell’ultima operazione di M& A può sorgere un dubbio rispetto all’efficienza nelle integrazioni. Exprivia non condivide il dubbio. Il gruppo, viene indicato, negli ultimi 17 anni ha realizzato più di 10 acquisizioni. Tutte operazioni che sono risultate accrescitive del business. In altre parole una singola acquisizione non può costituire il metro di paragone. Anche perché, conclude Exprivia, la società durante la medesima operazione è stata comunque in grado di crescere.