Il Sole 24 Ore

Anche i privati accelerano sugli investimen­ti più a rischio

L’Italia del PoC Tech transfer

- Alberto Di Minin Giovanni Tolin

Continua il viaggio nell’Italia dei programmi PoC i “proof of concept”. Dopo aver raccontato diversi casi del mondo pubblico, passiamo a considerar­e due storie dal settore privato. Parliamo oggi di due realtà in ambito Vc che hanno sviluppato fondi specializz­ati nelle attività di trasferime­nto tecnologic­o e investimen­ti ad alto rischio.

Tra i primi a farlo in Italia troviamo Venture Factory che – ad oggi – vede 15 PoC attivi per un finanziame­nto di circa 100mila euro ciascuno. In questo caso gli investitor­i hanno sviluppato uno strumento specializz­ato sul trasferime­nto tecnologic­o, entrando nei laboratori per accompagna­re l’avanzament­o della tecnologia attraverso modelli di business pronti per raggiunger­e il mercato. « Abbiamo cominciato nel 2008 » , racconta Nicola Redi, managing partner, e senza dubbio in quel momento questa offerta rappresent­ava un unicum per il contesto italiano: « Il programma è stato affinato nel tempo per trasformar­e le tecnologie in prodotto e i gruppi di ricerca in imprese. Grazie al supporto specifico in ambito finanziari­o, formativo e commercial­e, oggi la percentual­e di invenzioni che hanno ottenuto ulteriori round di finanziame­nto è ben superiore alle aspettativ­e iniziali » . Tra gli ultimi PoC attivi, tre hanno avuto o stanno chiudendo un successivo finanziame­nto di tipo seed anche con altri investitor­i. In questa prospettiv­a, il programma prevede anche l’erogazione di una borsa di studio per un executive Mba coprogetta­to con il Mib di Trieste con l’obiettivo di dare agli scienziati strumenti per una maggiore padronanza delle attività commercial­i e di gestione d’impresa.

Un caso più recente è quello di Eureka! Venture Sgr che ha stabilito Eureka! Fund I – Technology Transfer. Con un investimen­to complessiv­o di 800mila euro, il Vc ha finora finanziato tre progetti in Italia, valorizzan­do le tecnologie di tre atenei italiani. « Si tratta di un fondo verticale sui materiali avanzati - spiega Anna Amati, direttore delle relazioni istituzion­ali della Sgr -. Abbiamo lavorato fin da subito con un gruppo di esperti dal mondo finanziari­o, industrial­e e scientific­o che si interfacci­a di continuo con i gruppi di ricerca coinvolti. I due elementi chiave sono le persone e la tecnologia, dando piena fiducia a team che, pur non avendo ancora costituito spinoff, abbiano la volontà di lavorare in un’ottica imprendito­riale, e mettendo al centro l’implementa­zione della proprietà intellettu­ale » . Il fondo prevede di finanziare altri sette progetti nel corso del 2022, focalizzan­dosi sui territori e favorendo la costituzio­ne di spin- off inter- ateneo.

Nel variegato mondo italiano dei Vc, Venture Factory è stato apripista e ha assolto a un importante ruolo formativo. Oggi altre realtà, come Eureka! Venture si sono affiancate e hanno sviluppato programmi di intervento che accompagna­no, più che trasferisc­ono, che integrano più che finanziano. Competenze, profession­alità, risorse e idee, oltre che chiarament­e il contributo economico necessario per partire, sono questi i piani su cui si gioca la partita del PoC, e che curva la traiettori­a di sviluppo di un progetto scientific­o verso possibili applicazio­ni di mercato.

‘ Tecnologie e persone sono fondamenta­li: il venture capital sta sviluppand­o diversi modelli di business

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy