La scommessa del piano antievasione
Previsti nuovi incentivi per stimolare l’attività di controllo dei Comuni
Uno spiraglio per ridurre il prelievo sugli immobili. Nel Ddl delega fiscale non c’è solo l’obiettivo di una rendita catastale aggiuntiva, ma anche quello della lotta al sommerso, che mette d’accordo tutte le forze politiche: intervenire sul sistema di rilevazione catastale per « modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze ( dimensioni, ndr) dei terreni e dei fabbricati » .
Una quota del maggior gettito derivante da quest’attività – è scritto – potrà essere « destinato alla riduzione dell’imposizione tributaria sugli immobili » .
L’operazione trasparenza magnificata dal Governo può trovare qui il terreno più concreto, con la collaborazione di Comuni e agenzia delle Entrate. Gli strumenti predisposti dall’Esecutivo aiuteranno infatti a individuare, ed eventualmente correggere, il classamento:
• degli immobili ora non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la destinazione d’uso o la categoria catastale attribuita ( ad esempio, una villa accatastata come casa rurale in categoria A/ 6 o come casa popolare in A/ 4);
• dei terreni edificabili accatastati come agricoli;
• degli immobili abusivi sotto il
profilo edilizio o urbanistico.
In quest’ultimo caso, il Ddl delega prevede l’adozione di specifici incentivi e forme di valorizzazione delle attività di accertamento svolte dai Comuni. È un accenno – questo agli incentivi – che svela uno dei punti deboli nella gestione del territorio, vale a dire la storica disattenzione di alcuni amministratori locali di fronte agli abusi edilizi, dettata per lo più da ragioni elettorali e di consenso. D’altra parte, la stessa operazione di emersione delle “case fantasma” del 2010 aveva sì rilevato una serie di fabbricati che non risultavano iscritti su 2 milioni di particelle catastali, ma al tempo stesso aveva lasciato ai Comuni il compito di individuare e perseguire eventuali abusi edilizi riguardanti quei fabbricati.
Un altro passaggio del Ddl delega cerca di affrontare un altro storico punto debole della gestione del territorio: il dialogo tra Comuni ed Entrate. Si prevede così l’introduzione di « strumenti e modelli organizzativi » che facilitino la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l’Agenzia e gli uffici comunali, verificando anche la coerenza di questi dati con l’accatastamento delle diverse unità immobiliari.
Considerando che l’infrastruttura tecnologica già oggi consente ai Comuni di accedere ai dati del Fisco, è evidente il tentativo di spingere una collaborazione che in alcuni centri non è mai decollata. Insomma, al di là delle nuove norme che saranno contenute nei decreti delegati, saranno soprattutto le ricadute organizzative a determinare il successo o meno di questa operazione antievasione.