Open banking, cresce il tasso di adesione dei clienti
Grazie alla trasmissione dei dati si monitora la situazione patrimoniale
Personalizzazione, libertà di movimento e sicurezza: l’open banking è la nuova frontiera dei servizi online di gestione monetaria. Nel secondo semestre 2021 è cresciuto del 7% – fino al 32,9% – il tasso di clienti che hanno dato il consenso per l’accesso ai propri conti correnti.
La trasmissione dei dati che, previa autorizzazione del cliente, le banche condividono con società terze, permette di avere informazioni su pagamenti e conti correnti dell’utente. Quest’ultimo, a sua volta, può così fruire di servizi innovativi altrimenti inaccessibili e monitorare la situazione patrimoniale come più preferisce.
In termini pratici, tutto questo si traduce, ad esempio, nel poter gestire conti diversi su un’unica app esterna alle singole banche, avere più opportunità per impiegare il denaro, ricevere prestiti o investire. « L’open banking – dice Simone Capecchi, executive director di Crif – non solo migliora la comprensione della situazione finanziaria dei clienti, ma è anche il pre- requisito per una pianificazione finanziaria in ottica prospettica » .
La sicurezza dei dati non è messa a rischio, anzi: il punto forte di queste piattaforme è proprio la maggiore protezione. Il merito è anche della Psd2, l’ultima direttiva europea sui pagamenti digitali, che ha introdotto nuovi requisiti di sicurezza per tutelare ulteriormente il consumatore. A ciò si aggiungono anche le Api, il sistema utilizzato per lo scambio di dati: si tratta di interfacce di programmazione che mettono in comunicazione diversi software tramite crittografie, chiavi e algoritmi, blindando così le informazioni trasmesse.
Nativi digitali in testa
La profilazione dettagliata permessa dai dati condivisi si rivela piuttosto utile per chi ha difficoltà ad accedere a forme di credito: non a caso, gli utenti open banking in Italia sono per il 25% consumatori privi di una storia creditizia.
Il dato emerge dall’analisi condotta da Crif sugli italiani che hanno aderito a sistemi di open banking. Com’era prevedibile, la fascia d’età più propensa a utilizzare l’open banking è quella dei nativi digitali ( 43,6%). Spopolano gli uomini ( il 76% dei consumatori è di sesso maschile), mentre a livello geografico vince, anche se di poco, il Nord Italia: 28,3%, a fronte del 27,7% per il Sud.
Quanto a redditi, il 65% degli utenti percepisce un’entrata regolare e continuativa, con un importo medio relativo pari a circa 1.300 euro. Le uscite principali riguardano invece principalmente gli affitti ( 28%), seguiti da rimborsi finanziari e spese assicurative. Quanto a frequenza, le transazioni in « Alimentare e spese quotidiane » vincono in tutte le fasce d’età, mentre quelle legate a hobby e tempo libero decrescono dopo i 30 anni. Al contrario, la voce « Prestiti » va man mano aumentando negli utenti più anziani.