Umiliare l’alunno può costare lo stipendio
Inveire contro un alunno con disturbi dell'apprendimento con frasi come “minus habens”, “imbecille” “cialtrone”, “stolto”, “infante”, può costare al docente fino a sei mesi di sospensione dall’insegnamento e relativo stipendio. Con una sentenza dell’ 11 maggio scorso il Tribunale di Venezia ha affrontato la vicenda di un insegnante che si era visto recapitare la pesante sanzione della sospensione dal servizio. Il Tribunale lagunare ha ricordato che i comportamenti ingiuriosi o comunque lesivi dell’onore e della dignità personale degli alunni da parte dei docenti sono sanzionabili, trattandosi di atti non conformi alle responsabilità e ai doveri e alla correttezza inerenti alla funzione docente. Infatti la scuola è una comunità educante di dialogo e di esperienza sociale; improntata ai valori democratici e rivolta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità degli alunni e il recupero delle situazioni di svantaggio. Incombe quindi su ciascun docente l'obbligo di rispettare i principi di integrità e correttezza e di assicurare pari trattamento dinanzi a pari condizioni, astenendosi da qualsiasi discriminazione basata sulla disabilità.