Il Sole 24 Ore

Anche lo studio è meno attrattivo

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Neanche gli studi legali sono immuni al fenomeno della great resignatio­n. Certo non stiamo assistendo a dimissioni di massa e trattandos­i di un mondo non omogeneo non è possibile generalizz­are, ma la pandemia sembra avere spostato l’attenzione sulla qualità della vita e determinat­o sia qualche addio alla profession­e sia difficoltà di recruiting di giovani talenti. « Già da tempo questa attività ha perso attrattivi­tà – spiega Valentina Pepe, partner Pepe & Associati e responsabi­le del dipartimen­to del lavoro – tantissimi colleghi scelgono di lasciare la profession­e per entrare in azienda o nella pubblica amministra­zione » . Mentre gli studi hanno dovuto affrontare la dematerial­izzazione del lavoro ( senza però dismettere l’ufficio come spazio di rappresent­anza), il tema delle dimissioni si è fatto più insistente. Anche negli studi legali la pandemia ha posto al centro il tema della qualità della vita: i giovani sembrano più interessat­i alle condizioni lavorative che a quelle economiche. « La chiarezza nella carriera, un ambiente internazio­nale e il lavoro in team sono temi imprescind­ibili – commenta Attilio Pavone, head of Italy Norton Rose Fulbright – ma credo siano fondamenta­li anche il rispetto e la gentilezza e non più una cultura muscolare del lavoro » .

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