Centristi divisi ma vincenti
Calenda: la nostra area vale dal 10 al 20% Ma con Renzi strade diverse
« Se fossi ancora un dirigente del Pd, mi porrei il tema di fare un’alleanza col centro riformista ( che fa buoni risultati sia coi nostri candidati che con quelli di Più Europa/ Azione) anziché coi grillini. Staremo a vedere » . A dire fuori dai denti quello che molti democratici pensano è l’ex Matteo Renzi. Perché è chiaro che da domani il nodo della coperta troppo corta tra M5s e centristi diventerà centrale per il Pd di Enrico Letta. E la bilancia nei comuni pende più dalla parte dei centristi: la sorpresa più grande è infatti la nascita del tanto evocato terzo polo, che assesta qualche colpo inaspettato. In particolare fa l’exploit a L’Aquila, dove il candidato Americo Di Benedetto arriva secondo con il 23% circa staccando anche la sfidante del Pd Stefania Pezzopane, mentre a Palermo sfiora il 15% e altrove supera il 10%. « La nostra è un’area del pragmatismo e della responsabilità che vale dal 10 al 20% a seconda deo comuni » . L’ex ministro dei governi Renzi eGentilonigongola, e Gentiloni gongola, quasicomequando la sua candidatura a Roma sfiorò il 20%. Ma nella Capitale Calenda imbarcò nella sua lista, oltre a Più Europa, anche Iv. Mentre in vista delle politiche le strade si stanno dividendo: se Calenda è convinto che ci sia spazio per un terzo polo anche con il Rosatellum basato per un terzo sui collegi uninominali ( « il nostro progetto è scardinare i due poli impedendone la vittoria e riportare al governo Draghi » ), Renzi guarda soprattutto ad un accordo con il Pd.