Lagalla vince, chiede unità e apre la partita Regionali
Si scrive amministrative, si legge elezioni regionali. Che saranno in autunno ma a spoglio ancora aperto il tema è già all’ordine del giorno.
Sia nel centrodestra con l’elezione al primo turno di Roberto Lagalla, ex rettore ed ex assessore regionale alla Formazione, che alla fine potrebbe attestarsi al 48%; sia nel centrosinistra con la sconfitta di Franco Miceli, inchiodato a poco più del 28%. E poi l’affermazione di Fabrizio Ferrandelli, sostenuto da Azione e + Europa, con un 15% circa ripropone una questione di alleanze che spinge soprattutto il centrosinistra a interrogarsi. Ma non sfugge al fiuto politico di uno come il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché: « Ferrandelli è ormai un soggetto politico, chiederò di incontrarlo » .
E mentre Lagalla fa appello all’unità del centrodestra anche in vista delle regionali ( « Mi auguro e confido che il centrodestra possa mantenere questo stesso filo di sintesi » ), Micciché, forte del buon risultato ottenuto da Fi ( 12%), è tornato a bomba su una questione cruciale: il no alla candidatura dell’uscente Nello Musumeci alla presidenza della Regione. « Se per tenere unito il centrodestra Musumeci deve fare un passo indietro? Non c’è dubbio. La coalizione e il concetto di coalizione prevede che va scelto il candidato migliore. Il primo partito forse ha il diritto alla prima parola ma non più di questo, le cose si scelgono insieme » . Replica Musumeci: « I desideri non diventano sempre diritti » . Giorgia Meloni, leader Fdi avverte: « Della Sicilia parleremo nelle prossime ore. Siamo una forza secondaria e non diamo aut aut, ci aspettiamo che non lo facciano neanche gli altri. Se a Palermo si vince al primo turno lo si deve a Fdi che ha fatto un passo indietro, quindi fidiamoci un po’ di più » . E Matteo salvini: « In Sicilia dovremo trovare qualcuno che unisca » .
E il discorso sulle regionali vale a maggior ragione per il centrosinistra che alla luce del risultato di Palermo è costretto a interrogarsi su strategie e alleanze. « Dividere e dividersi non paga. L’ottimo risultato di Ferrandelli aggiunto ai voti per Miceli avrebbe messo in discussione la vittoria del centrodestra – dice Claudio Fava, parlamentare regionale del movimento Cento passi e in corsa per le primarie di coalizione –. Forse questa idea di perimetro va rivista e allargata alle molte esperienze di civismo estranee ai partiti tradizionali, alle storie individuali, ai percorsi fuori dagli schemi » .