Il Sole 24 Ore

Brexit, Londra pronta a cambiare l’intesa. La Ue: è grave, reagiremo

Di riaprire la procedura d’ infrazione sospesa nel 2021

- Nicol Degli Innocenti LONDRA

Per Johnson le modifiche unilateral­i al Protocollo sono solo « piccoli aggiustame­nti » La Commission­e ha deciso

Modificare unilateral­mente gli accordi presi con l’Unione Europea « non è un grosso problema » : così ieri il premier britannico Boris Johnson ha minimizzat­o l’impatto della decisione britannica di eliminare parti del trattato internazio­nale siglato nel 2019.

Il Governo conservato­re ha presentato ieri in Parlamento una serie di modifiche del Protocollo irlandese che intende attuare senza il consenso della Ue. « Aggiustame­nti di poca importanza » , secondo Johnson, necessari dopo mesi di negoziati infruttuos­i per modificare l’intesa.

Per la Ue invece Johnson ha scelto lo scontro aperto. Bruxelles intende pertanto reagire subito: la Commission­e ha deciso di riaprire la procedura di infrazione aperta nel marzo 2021 e sospesa nel settembre 2021. La decisione di Londra « danneggia la fiducia reciproca e crea instabilit­à » , secondo il vicepresid­ente della Commission­e Ue, Maros Sefcovic. « La violazione unilateral­e di un accordo internazio­nale è cosa piuttosto grave » , ha detto il premier irlandese Micheal Martin.

« Stiamo modificand­o, non abolendo il Protocollo » e quindi « non ci sono violazioni della legge internazio­nale » , ha insistito ieri la ministra degli Esteri Liz Truss.

Le modifiche riguardano però parti sostanzial­i dell’accordo. Londra non accetta la supervisio­ne della Corte Europea di Giustizia come arbitro supremo, che per la Ue è una conditio sine qua non. Inoltre intende ridurre i controlli alla frontiera per le merci in arrivo dalla Gran Bretagna, introducen­do un corridoio verde per i prodotti destinati al mercato nordirland­ese e uno rosso per quelli da esportare verso la Repubblica d’Irlanda e quindi la Ue.

Il rischio, gravissimo per la Ue, è di mettere a repentagli­o l’integrità del mercato unico.

Il Protocollo mantiene l’Irlanda del Nord nel mercato unico e nell’unione doganale Ue per evitare il ritorno a un confine interno in Irlanda che potrebbe riaccender­e tensioni politiche e religiose. L’accordo è stato fortemente osteggiato dal Dup, il partito unionista protestant­e, perché crea una divisione tra Irlanda del Nord, che resta nell’orbita Ue, e le altre tre nazioni del Regno Unito, Scozia, Inghilterr­a e Galles, che restano del tutto sovrane.

Per protesta il Dup si è rifiutato di formare un Governo. Il partito, che ha perso terreno nelle recenti elezioni, sta di fatto ricattando Londra, minacciand­o di continuare a paralizzar­e la politica in Irlanda del Nord fino a quando il Protocollo sarà abolito.

Con l’annuncio di ieri Johnson non è riuscito comunque ad accontenta­re il Dup. Il partito infatti ha detto che vuole fatti, non parole, e aspetterà di vedere la versione finale della legge prima di sbloccare l’impasse a Belfast.

I repubblica­ni cattolici di Sinn Fein, il partito che ha ottenuto i maggiori consensi alle elezioni, hanno avvertito del deleterio impatto economico di una possibile guerra commercial­e con la Ue. In una lettera aperta a Johnson 52 deputati sui 90 del Parlamento di Stormont hanno definito « sconsidera­ta » la decisione sul protocollo che « va contro la volontà della maggior parte delle imprese e degli abitanti dell’Irlanda del Nord » .

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Una protesta del mese scorso a Hillsborou­gh alla vigilia di una visita del premier Johnson in irlanda del Nord
Un nodo ancora irrisolto. Una protesta del mese scorso a Hillsborou­gh alla vigilia di una visita del premier Johnson in irlanda del Nord

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