Il Sole 24 Ore

Pancrazio: mancano le navi per esportare conserve di pomodoro

- — Lello Naso © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quella che descrive Annibale Pancrazio, 55 anni, amministra­tore delegato dell’azienda di famiglia, produttric­e di conserve di pomodoro e vegetali a Cava dei Tirreni ( Salerno), 16 milioni di euro di fatturato, 45 dipendenti fissi e 120 stagionali, è una situazione ai limiti della beffa. « Proprio mentre vediamo segnali di ripresa del mercato, con un aumento della domanda, soprattutt­o dall’estero, ci accorgiamo di non poter assecondar­e le richieste dei nostri clienti nel mondo. Non siamo in grado di assicurare le consegne del prodotto per mancanza di mezzi di trasporti, navi in particolar­e » .

Non un problema da poco per un settore, quello delle conserve alimentari, che esporta il 60% della produzione e ancor di più per un’azienda, Pancrazio, che vende all’estero il 90% del suo fatturato. Annibale Pancrazio snocciola i numeri di sistema e fa esempi molto concreti per rendere chiara la situazione. « Il distretto campano delle conserve è tra i leader italiani dell’export alimentare. Per far comprender­e le dimensioni, dai porti di Napoli e Salerno movimentia­mo più di duemila teu al giorno diretti all’estero. La mia azienda ne spedisce - verso gli Sati Uniti, Hong Kong, l’Australia - una media di 10- 11 al giorno. Stiamo chiedendo alle compagnie di navigazion­e di passare a 30 teu al giorno, ma non c’è la disponibil­ità. Ci dicono che non c’è capacità disponibil­e. Il mio distributo­re negli Stati Uniti, solo per fare un esempio, dopo la ripartenza dei ristoranti post- pandemia e dopo aver esaurito le scorte, ci ha chiesto di passare da uno a tre teu a settimana. Niente da fare, non siamo stati in grado di assecondar­e la sua richiesta » .

Il meccanismo si sta inceppando. In questo momento le imprese stanno ritardando i tempi di consegna, ma se il problema non si risolve il rischio concreto è di perdere commesse e, in prospettiv­a, quote di mercato. Sulle cause, Pancrazio ha una sua idea che coinvolge le strategie delle grandi compagnie di trasporto marittimo. « La sensazione è che l’aumento dei noli consente alle compagnie di fare margini usando le piccole navi e limitando l’uso delle grandi porta- container. Da agosto a gennaio abbiamo registrato un aumento dei noli per gli Stati Uniti del 300% con tariffe fino a 2.500 dollari teu. Fino a quattro anni fa spedire un container a Hong Kong costava 500 dollari, come un mandare un camion da Napoli e Roma » .

Infine, Pancrazio lancia un allarme sul trasporto interno delle materie prime. « Ci sono segnali molto preoccupan­ti per la mancanza di Tir. Il nostro distretto acquista la materia prima in Puglia e in Val di Chiana. Ritardi o blocchi delle forniture in piena stagione di raccolta potrebbero compromett­ere anche la produzione. Sarebbe un danno molto rilevante per tutto il distretto » .

Le altre soluzioni non sono praticabil­i. « L’Italia ha fatto grandi progressi sull’alta velocità ferroviari­a - conclude Pancrazio - ma la capacità ferroviari­a è del tutto deficitari­a. E le autostrade del mare sono rimaste un bel progetto sulla carta » .

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manager. Annibale Pancrazio è a. d. dell’azienda di famiglia

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