Trasporti, dai blocchi austriaci un danno da 1,2 miliardi
Anita stima gli effetti sull’economia degli stop alle merci al Brennero Chieste misure ad hoc per evitare il collasso del corridoio verso Nord
In Italia e in Europa tiene banco la questione logistica, al punto che molte imprese già parlano di « crisi infrastrutturale sistemica » . Non c’è solo il conflitto in Ucraina a rallentare il trasporto delle merci. A ostacolare le spedizioni ci sono alcuni grandi lavori di ammodernamento e potenziamento della rete ferroviaria, a partire dalla Germania, che stanno riducendo la capacità di trasporto complessiva e causano ritardi nella marcia dei convogli. Ma a finire sotto accusa sono anche le politiche di alcuni governi, tipo quello austriaco, che impongono divieti e limitazioni alla circolazione dei mezzi pesanti sui loro territori. Il caso del Tirolo è esemplare e in questi giorni, proprio in coincidenza con l’avvio dei lavori sulla rete ferroviaria tedesca che comporterà per tutta l’estate considerevoli disagi al trasporto ferroviario di merci da e verso la Germania, è tornato alla ribalta.
I divieti austriaci ( « illegittimi e contrari al principio della libera circolazione delle merci in Europa » denunciano le associazioni italiane della logistica e del trasporto merci) hanno procurato un danno di circa 1,2 miliardi di euro all’economia italiana. La stima è di Anita, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di autotrasporto merci e logistica. Non si tratta di danni per il solo settore dei trasporti, ma piuttosto della competitività dell’Alto Adige e dell’Italia. Il 70% delle esportazioni italiane in tonnellate va in Europa, la maggior parte nel Nord Europa e di conseguenza attraverso il Brennero. Anche le esportazioni dell’Alto Adige dipendono fortemente dai mercati tedesco e nordeuropeo. L’interscambio di merce attraverso il corridoio Scandinavo- Mediterraneo, di cui il Brennero costituisce la spina dorsale, è stimato in circa 170 miliardi di euro l’anno.
Va tenuto presente che le misure anti Tir vigenti in Tirolo valgono solo per i mezzi in transito, per esempio quelli provenienti dall’Italia, ma non per le merci di origine o destino del Tirolo. Per il traffico di destinazione o di provenienza con l’Austria deve essere garantito « il mantenimento del traffico e della sicurezza dell’approvvigionamento » . Una discriminazione che fa infuriare le imprese italiane. Ora lungo l’asse del Brennero è in arrivo la tempesta perfetta. Proprio in queste ore stanno aprendo i temuti cantieri ferroviari in Germania. I lavori dureranno sino alla fine di agosto, causando una riduzione della circolazione dei treni fino al loro dimezzamento in alcuni giorni. Di conseguenza, è facilmente prevedibile che aumenterà il traffico stradale delle merci, aggravando l’attuale intasamento delle strade.
Per attenuarne gli effetti sul trasporto delle merci – e quindi sulle esportazioni italiane – Anita chiede al governo italiano di premere su Vienna e sulla Ue per sospendere i divieti imposti ai veicoli industriali durante questo periodo.
« La gravità della situazione richiede l’adozione di misure straordinarie per evitare il collasso del corridoio Scan- Med che collega l’Italia con il Centro e Nordeuropa » , spiega il presidente di Anita, Thomas Baumgartner. « Abbiamo chiesto al governo di richiedere all’Austria - prosegue Baumgartner - la sospensione delle misure limitative della circolazione stradale vigenti in Tirolo quali: il divieto di transito notturno, i divieti di circolazione del sabato mattina, il sistema di dosaggio a Kufstein e il divieto settoriale di determinate tipologie merceologiche » .
In questo momento, numerosi terminal ferroviari a nord e a sud delle Alpi ( due esempi: Colonia in Germania e Verona- Quadrante Europa in Italia) stanno lavorando al limite della loro capacità, ciò che rende estremamente problematica la movimentazione delle unità di carico. Molto spesso la situazione, già di per sé critica, viene ulteriormente aggravata dall’arrivo dei treni in ritardo, costringendo i gestori dei terminal a bloccare l’accettazione dei mezzi in consegna. Inoltre i ritardi nella fornitura dei pezzi di ricambio per i locomotori ed i carri ferroviari stanno traducendosi in una crescente indisponibilità di materiale rotabile.
IL RISCHIO
L’avvio dei lavori sulla rete ferroviaria tedesca comporterà ulteriori disagi