Il Sole 24 Ore

Cauto ottimismo a Pitti, l’export di moda uomo nel 2021 cresce del 6,3%

Oltre 680 i brand presenti, hotel pieni al 90% grazie a turisti e buyer dall’estero

- Silvia Pieraccini

L’industria della moda maschile torna in mostra a Firenze, da oggi a venerdì 17, a Pitti Uomo, la più importante fiera al mondo del settore, impegnata a reinventar­si dopo il Covid e alla quale Il Sole 24 Ore dedica lo Speciale Moda Uomo di 28 pagine allegato oggi al quotidiano. « Non è una ripartenza, è una nuova marcia » , ripetono gli organizzat­ori di Pitti Immagine che presentano le collezioni primavera- estate 2023 di 682 brand, per il 41% stranieri, con un mix di marchi affermati e di ricerca, grandi e piccoli, che spaziano dall’abbigliame­nto agli accessori al ( tanto) lifestyle.

Il vento è cambiato rispetto a sei mesi fa. La pandemia fa meno paura e, anche se la guerra in Ucraina e l’impennata dei costi energetici, logistici e delle materie prime spargono preoccupaz­ione, le aziende sono più disponibil­i a progettare, investire, mettersi in gioco. Si moltiplica­no gli eventi e le presentazi­oni anche nel centro di Firenze, che sta tornando a riempirsi di turisti dopo due anni durissimi, con le vetrine dei negozi che celebrano Pitti Uomo e con via Tornabuoni, la strada dello shopping di lusso, addobbata di piante per evocare un giardino all’italiana. « In questi giorni l’occupazion­e degli hotel è al 90% – spiega Stefano Rosselli, presidente degli albergator­i di Confindust­ria Firenze – e Pitti Uomo ha dato il suo contributo a questo risultato. Non siamo ancora alle presenze pre- pandemia, ma si è visto un ritorno delle aziende e dei compratori. Pitti resta un’occasione importante di lavoro e di visibilità internazio­nale » . La fiera è divisa in cinque sezioni che raccontano le declinazio­ni della moda maschile, dall’eleganza che ha fatto grande il made in Italy nel mondo ( Fantastic Classic) a chi guarda oltre il formale ( Futuro Maschile); dagli stili urbani che puntano su libertà e comfort ( Dynamic attitude) ai brand internazio­nali che mescolano tradizione e innovazion­e ( Superstyli­ng), fino all’area speciale sulla sostenibil­ità. Gli operatori attesi sono tra 10 e 15mila: mancherann­o cinesi e russi, si spera negli americani, nel mediorient­e e nel sudest asiatico, oltre che naturalmen­te nell’Europa, che continua a essere strategica per l’industria italiana della moda uomo ( 9,4 miliardi di fatturato 2021 per il 70,6% all’export, con un saldo commercial­e di 2,6 miliardi).

Nei primi tre mesi dell’anno ( dati elaborati da Confindust­ria Moda per Pitti Immagine) i principali Paesi di sbocco sono stati Francia, Germania e Svizzera, seguiti da Stati Uniti (+ 58%), Spagna, Cina (- 1,9%) e Regno Unito. Nel trimestre l’export è cresciuto del 6,3% mentre l’import ha fatto un balzo del 22,6%. All’orizzonte, Confindust­ria Moda prevede un « possibile rallentame­nto della domanda dovuto a un clima di maggior incertezza » : recuperare il fatturato- record del 2019, sopra 10,1 miliardi di euro, per il settore non è più una certezza,

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy