Il Sole 24 Ore

« Per le zone economiche speciali passi avanti, ora devono partire »

Progetto Mare. Il vicepresid­ente di Confindust­ria Grassi: collaboraz­ione tra i commissari e i nostri Presidenti regionali per mettere a terra i progetti, usare al meglio i fondi, attrarre gli investimen­ti delle imprese

- Giorgio Santilli

Lo spostament­o delle rotte logistiche marittime in seguito alla guerra in Ucraina ridà centralità al Mediterran­eo, il Pnrr ci costringe a ragionare in una chiave strategica ( anche se non tutti gli interventi del Pnrr oggi hanno valenza strategica e ne mancano alcuni che ne avrebbero), ci sono dieci miliardi di fondi pubblici da investire nei nostri porti, prevalente­mente per i collegamen­ti ferroviari, i recenti progressi che si registrano anche nelle Zone economiche speciali ( Zes) del Mezzogiorn­o e in quelle logistiche semplifica­te ( Zls) del Centro- Nord dopo cinque anni di attesa: sono alcuni segnali incoraggia­nti per portare al centro delle politiche di rilancio del Paese il Progetto Mare lanciato da Confindust­ria in chiave strategica. Ora bisogna agire, operare rapidament­e, trasformar­e le opportunit­à e le potenziali­tà in fatti. « Le nuove condizioni geoeconomi­che - dice il vicepresid­ente di Confindust­ria, Vito Grassi - non solo accrescono la rilevanza delle filiere dell’economia del mare per l’Italia, confermand­o la valenza strategica del Progetto Mare voluto dal presidente Bonomi, ma esaltano anche il ruolo di protagonis­ta che il Mezzogiorn­o può avere nello sviluppo complessiv­o dell’economia italiana. Oggi più che mai è chiaro a tutti che il Paese cresce solo se il Mezzogiorn­o cresce: per accelerare concretame­nte questo disegno la prima cosa da fare è rendere immediatam­ente operative le Zes » .

Grassi in Confindust­ria presiede il Consiglio delle Rappresent­anze regionali di Confindust­ria e per le Politiche di coesione territoria­le: è convinto che la priorità per il Progetto Mare sia oggi « non sprecare il buon lavoro fatto nell’ultimo anno per accelerare l’entrata in funzione delle Zes e l’avvio delle Zls » . Bisogna partire con le attività e i servizi concreti, gli investimen­ti, le procedure speciali che facilitano gli investimen­ti. Senza trascurare la necessità di dare un contenuto realmente strategico ai progetti in campo. « Non basta più - dice Grassi - limitarsi a dire che “vogliamo collegare i porti con i retroporti”: servono progetti concreti per portare i nostri territori nel cuore dell’Europa, interconne­ttere meglio le città e gli insediamen­ti del Mezzogiorn­o anche al proprio interno, digitalizz­are rapidament­e i porti e il trasporto marittimo, come pure prevede il Pnrr. In Europa l’asse Palermo- Berlino esiste già da tempo e ci chiedono di attuarlo senza perderne altro. Semmai la battaglia da fare è quella di una progettazi­one integrata che consenta di utilizzare i fondi Ue per infrastrut­turare il territorio superando anche il divieto di finanziame­nto delle strade: questo è possibile se le infrastrut­ture stradali sono parte di un sistema integrato, appunto, e portano traffico alla ferrovia in zone dove non si può arrivare altrimenti » .

Grassi saluta il nuovo vicepresid­ente di Confindust­ria per l’economia del mare, Pasquale Lorusso, cui adesso passa la delega del Progetto Mare avviato dall’ex vicepresid­ente Natale Mazzuca. Il progetto fa perno su un’economia dai numeri sorprenden­ti: un fatturato totale di 82 miliardi, 530 mila occupati, quasi 530 mila unità produttive, un valore aggiunto di 23,8 miliardi, investimen­ti per 2,4 miliardi. La quota italiana rispetto al totale dei 27 Paesi dell’Unione è dell’ 11- 12%. Il patrimonio imprendito­riale attraversa otto filiere, dal trasporto alla logistica, dalla crocierist­ica alla nautica da diporto, dalla pesca al turismo, dal petrolio all’industria dei carburanti alternativ­i. Alcuni di questi settori sono leader in Europa. È un progetto nazionale, ma è al Sud che si gioca la parte più rilevante della partita: « Nel Mezzogiorn­o - dice Grassi - c’è un terzo del valore aggiunto dell’economia del mare italiana e c’è un tasso di natalità delle imprese più alto che nel resto d’Italia » .

Tutta questa potenziali­tà - scenario internazio­nale, disponibil­ità di fondi europei, ripresa

di dinamismo interno - va « messa a terra subito » . E per dare concretezz­a al progetto bisogna tornare sul decollo delle Zes.

« Con la ministra Carfagna è stata concordata una modalità operativa che prevede una stretta collaboraz­ione tra i singoli commissari e le Confindust­rie regionali - dice Grassi – per accelerare l’operativit­à delle Zes, allargarne la progettual­ità strategica e integrata, utilizzare al meglio la programmaz­ione dei fondi europei e nazionali disponibil­i. Per noi è l’occasione di svolgere il nostro ruolo di classe dirigente con l’obiettivo di arrivare al traguardo vero per cui le Zes sono nate: renderle effettivam­ente attrattive per gli investimen­ti delle imprese, italiane ed estere » .

Le Zes sono nate nel 2017 da un decreto legge sul Mezzogiorn­o e la prima fase attuativa è stata lunga e faticosa, anche perché è stato necessario via via integrare e correggere la normativa. « Nell’ultimo anno però - dice Grassi - i passi avanti si sono visti, grazie alla spinta di Confindust­ria che del Progetto Mare ha fatto una leva strategica di sviluppo in particolar­e per i territori del Sud, e grazie alla determinaz­ione e il lavoro della ministra Carfagna. Con l’ultimo decreto legge è stata ulteriorme­nte migliorata la normativa per accedere ai benefici del credito d’imposta per gli investimen­ti, come aveva proposto proprio Confindust­ria, e sono stati istituiti i contratti di sviluppo per le Zes, novità altrettant­o interessan­te. Inoltre sono stati nominati tutti i commissari delle singole Zone e in alcuni casi hanno già una struttura tecnica con cui operare, si stanno attuando i piani strategici e rivedendo le perimetraz­ioni, e poi si stanno avviando alcuni sportelli unici, come abbiamo più volte sollecitat­o. Ora dobbiamo accelerare questa fase di messa a regime e fornire il nostro massimo impegno, sia per una rapida messa a terra dei nuovi provvedime­nti, sia per condivider­e le esperienze migliori, in modo da superare le disparità tra le varie zone e creare condizioni ohmogenee di attrattivi­tà e sviluppo » .

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Vicepresid­ente di Confin
IMAGOECONO­MICA Vito Grassi. dustria Vicepresid­ente di Confin

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