Il Sole 24 Ore

Attivare la zona franca doganale, spazio per i progetti dell’idrogeno

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L’economia del mare deve diventare una componente essenziale dell’economia della Basilicata, assegnando a essa priorità strategica, al pari di quanto già avviene in altre aree del Paese, considerat­o l’affaccio della regione sui due mari, Jonio e Tirreno. La visione di sistema elaborata all’interno del “Progetto Mare” delinea il vasto perimetro tematico entro cui rintraccia­re le direttrici di intervento. Per il nostro territorio, economia del mare significa innanzitut­to attenzione alle infrastrut­ture e all’intermodal­ità per il traffico e la movimentaz­ione delle merci, in funzione delle variegate specializz­azioni produttive, della posizione baricentri­ca che la regione occupa rispetto al Mezzogiorn­o e anche alla luce della recente scelta del Governo per l’avvio di progetti bandiera per l’idrogeno. Una naturale vocazione che potrà essere ulteriorme­nte valorizzat­a all’interno del sistema delle Zes, e in particolar­e quella Jonica, utilizzand­o pienamente tutte le potenziali­tà della portualità e della logistica per aumentare l’attrattivi­tà territoria­le. Fondamenta­le è, quindi, accelerarn­e i meccanismi di funzioname­nto dell’assetto organizzat­ivo, procedere all’attivazion­e dello sportello unico digitale e completare l’iter per l’attivazion­e della zona franca doganale interclusa a Ferrandina. Economia del mare per la Basilicata significa anche rafforzare l’attrattivi­tà turistica regionale, sia per la dimensione crocierist­ica che per quella diportisti­ca turistica che può contare su infrastrut­ture dedicate sia sulla costa jonica che sul versante tirrenico.

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© RIPRODUZIO­NE RISERVATA Presidente Confindust­ria Basilicata FRANCESCO SOMMA

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