Attivare la zona franca doganale, spazio per i progetti dell’idrogeno
L’economia del mare deve diventare una componente essenziale dell’economia della Basilicata, assegnando a essa priorità strategica, al pari di quanto già avviene in altre aree del Paese, considerato l’affaccio della regione sui due mari, Jonio e Tirreno. La visione di sistema elaborata all’interno del “Progetto Mare” delinea il vasto perimetro tematico entro cui rintracciare le direttrici di intervento. Per il nostro territorio, economia del mare significa innanzitutto attenzione alle infrastrutture e all’intermodalità per il traffico e la movimentazione delle merci, in funzione delle variegate specializzazioni produttive, della posizione baricentrica che la regione occupa rispetto al Mezzogiorno e anche alla luce della recente scelta del Governo per l’avvio di progetti bandiera per l’idrogeno. Una naturale vocazione che potrà essere ulteriormente valorizzata all’interno del sistema delle Zes, e in particolare quella Jonica, utilizzando pienamente tutte le potenzialità della portualità e della logistica per aumentare l’attrattività territoriale. Fondamentale è, quindi, accelerarne i meccanismi di funzionamento dell’assetto organizzativo, procedere all’attivazione dello sportello unico digitale e completare l’iter per l’attivazione della zona franca doganale interclusa a Ferrandina. Economia del mare per la Basilicata significa anche rafforzare l’attrattività turistica regionale, sia per la dimensione crocieristica che per quella diportistica turistica che può contare su infrastrutture dedicate sia sulla costa jonica che sul versante tirrenico.