Fonti sostenibili, frenata per gas e nucleare al Parlamento Ue
A luglio il voto in plenaria, un no obbligherebbe a rivedere la tassonomia
Con un voto per certi versi previsto da molti osservatori, due commissioni parlamentari hanno bocciato ieri la classificazione ambientale delle fonti di energia con cui convogliare miliardi di investimenti nei prossimi anni. La cosiddetta tassonomia, messa a punto con grandi difficoltà all’inizio dell’anno, è stata clamorosamente respinta dalle commissioni Ambiente e Affari economici. Il voto in plenaria è atteso in luglio e sarà dirimente.
In una riunione congiunta le due commissioni parlamentari hanno approvato una risoluzione contro la decisione contenuta nella tassonomia di ritenere sia il gas che il nucleare attività sostenibili. Il testo è stato approvato con 76 voti a favore, 62 voti contrari e quattro astensioni. Sul fronte italiano, il M5S e il Pd hanno sostenuto la risoluzione. La Lega e Forza Italia hanno invece ha votato contro; in altre parole a favore delle due controverse fonti energetiche.
« I deputati riconoscono il ruolo del nucleare e del gas nel garantire un approvvigionamento energetico stabile nella transizione verso un’economia sostenibile – spiegava ieri il Parlamento europeo -. Tuttavia, ritengono che le norme tecniche proposte dalla Commissione (…) per sostenere la loro inclusione non rispettino i criteri delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale, come stabilito dall’articolo 3 del regolamento sulla tassonomia » .
Inoltre, nella loro risoluzione, i deputati europei hanno chiesto che qualsiasi atto delegato nuovo o modificato sia sottoposto a una consultazione pubblica e a valutazioni d’impatto, in quanto potrebbe avere conseguenze economiche, ambientali e sociali significative. Il voto in plenaria è previsto all’inizio di luglio ( nel caso, dovranno esprimersi contro il testo almeno 353 deputati). A fronte di una nuova bocciatura, Bruxelles dovrà ritirare il suo atto delegato e presentarne una nuova versione. Difficile fare previsioni sull’esito del voto in plenaria.
Interpellato in un quotidiano punto- stampa, il portavoce della Commissione europea Eric Mamer ha spiegato che l’esecutivo comunitario avrebbe « analizzato in dettaglio la risoluzione parlamentare » . Soprattutto ha fatto notare che la stessa tassonomia era stata messa a punto prima dello scoppio della guerra in Ucraina. La decisione di azzerare la dipendenza dal gas russo ha acuito le sensibilità ambientali di molti deputati. « Non siamo ancora alla fine dell’iter parlamentare » , ha poi aggiunto il portavoce.
L’atto delegato presentato dalla Commissione europea è stato oggetto di numerose pressioni di governi e lobbies, tenuto conto dell’enorme ammontare di denaro che andrà a finanziare la transizione ecologica ( si veda Il Sole 24 Ore del 3 febbraio).
Entro l’ 11 luglio, il testo dovrà essere messo al voto anche dei Paesi membri, che avranno la possibilità di respingerlo alla maggioranza qualificata inversa ( ossia contrari devono essere almeno 20 Paesi). La Germania ha già annunciato che voterà contro il testo comunitario.