Extra utili sotto le attese: metano comprato al 70% a prezzi spot
Le ricoperture dal rischio hanno in molti casi ridotto i margini di profitto
In sintesi: l’Arera ha controllato con cura i contratti internazionali di approvvigionamento del metano e - anche se qualcuno di sicuro ha approfittato - i prezzi d’acquisto e di importazione sono stati quasi sempre allineati con gli andamenti del mercato, in genere fra il 70 e l’ 80% dei contratti. Si indebolisce l’indignazione contro gli extraprofitti sul gas da sanzionare con la nuova tassa del 25%. Il prelievo dell’extratassa in parte deve essere restituito ai consumatori — dice l’Arera — tramite un ribasso tariffario.
Ecco il fatto. Già dall’autunno scorso, ma con un’accelerazione formidabile all’inizio del 2022, i prezzi internazionali del metano sono cresciuti in modo ripido, anche di cinque e più volte. Sono cresciute di conseguenza le quotazioni del chilowattora alla borsa elettrica e le bollette dei consumatori. Le accuse: chi acquista il gas con contratti internazionali a prezzo fisso — via gasdotto, per esempio dall’Algeria, ma ci sono anche importanti contratti di acquisto di gas liquefatto a prezzo fisso particolarmente interessanti, per esempio dagli Usa — e lo rivende a prezzo moltiplicato ha intascato profitti ingiusti; così ha lucrato chi ha prodotto elettricità a costi bassissimi e l’ha rivenduta a prezzi salatissimi. Oltre la tassa sugli extraprofitti energetici, è stato dato mandato all’Arera di indagare sui costi di approvvigionamento. Ora lo studio è finito.
L’autorità dell’energia Arera ha analizzato i contratti gas e ha trasmesso una segnalazione a Governo e Parlamento sul « Monitoraggio dei contratti di approvvigionamento destinati all’importazione di gas in Italia » . L’analisi è stata condotta anche tramite simulazioni e richieste di dati agli operatori e si è concentrata sulla coerenza tra i costi di importazione del metano, i prezzi all’ingrosso e i costi di approvvigionamento del gas naturale che vanno a formare le tariffe dei consumatori.
Il risultato dello studio dice che il 70- 80% del gas nei contratti internazionali ha il prezzo indicizzato alle quotazioni spot di diversi hub all’ingrosso europei e nazionali, come l’olandese Ttf e l’italiano Psv. Per la quota residua, pari al 20- 30%, i contratti sono indicizzati alle quotazioni medie dei prodotti petroliferi ( Brent). Dice l’Arera: « Le diverse tipologie di indicizzazione comportano il ricorso, da parte degli operatori, a specifici strumenti di copertura, prevalentemente di natura finanziaria, per contenere il rischio di disallineamento tra i prezzi di acquisto dei contratti pluriennali e quelli del mercato all’ingrosso a cui il gas può essere venduto » . Le diverse forme di ricopertura dal rischio prezzo hanno ridotto in molti casi i margini di profitto, in cambio di una maggiore sicurezza. « In occasione di repentine variazioni del prezzo sul mercato all’ingrosso, diverse velocità di adeguamento per effetto dei diversi meccanismi di indicizzazione » hanno consentito margini più lucrosi.
Dice l’Arera: « L’analisi condotta e le informazioni rese disponibili sui meccanismi di gestione del rischio da parte degli operatori, rendono evidente come il costo di approvvigionamento dall’estero del gas tenda a mantenere andamenti coerenti con il valore del gas sul mercato all’ingrosso, ma anche come l’identificazione di eventuali extraprofitti vada affrontata considerando anche tutti i costi ed i margini che si generano lungo la filiera e che ricadono sui clienti finali » .
L’Europa prevede la possibilità di estendere, in via eccezionale e per periodi di tempo limitati, « la possibilità di riallocare ricavi infra- marginali eccezionalmente elevati ( i cosiddetti extraprofitti) per sostenere i consumatori » e perciò l’autorità dell’energia « ritiene opportuno che una parte del gettito derivante da provvedimenti fiscali a carico delle aziende del settore, sia destinato ai clienti finali che ne hanno sostenuto l’onere » .
Ieri l’autorità dell’energia Arera ha avvertito che gli stoccaggi sono pieni al 52% e nel secondo trimestre dell’anno i prezzi dell’energia sono scesi ma sono molto volatili.
Intanto lo studio legale internazionale Cms, specializzato in ambito energia, ha istituito in Italia una task force permanente per seguire l’evoluzione normativa e, in particolare, il contributo straordinario sugli extraprofitti.