È legge la delega sugli appalti, ora incarico al Consiglio di Stato
La viceministra Bellanova: ora « si faccia presto e bene con i decreti attuativi »
Con 186 voti favorevoli il Senato ha approvato definitivamente il disegno di legge delega per la riforma del codice degli appalti. È una delle riforme abilitanti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e il termine per il varo definitivo era previsto per il 30 giugno. Obiettivo centrato.
La viceministra alle Infrastrutture, Teresa Bellanova ( Iv), ha seguito per il governo il dibattito parlamentare che definisce « serrato, proficuo e di merito » . Fra le modifiche apportate dal Parlamento, Bellanova apprezza quelle « all’insegna della semplificazione, della sostenibilità e dell’inclusione, della tutela e salvaguardia delle Pmi, della tutela dei lavoratori e dei livelli occupazionali » . Nello specifico, il rafforzamento della clausola sociale, i meccanismi e strumenti per garantire le pari opportunità generazionali e di genere, l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità o in situazioni di svantaggio e il divieto di prestazione gratuita delle attività professionali, salvo casi eccezionali.
Bellanova auspica ora « si faccia presto e bene con i decreti attuativi » . Qui la palla passerà nelle prossime ore al Consiglio di Stato che deve ricevere un incarico formale dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per avviare il lavoro di scrittura del codice.
L’esercizio della delega resta ovviamente sempre in capo al governo. Quando Palazzo Spada avrà completato il testo, comincerà una fase di confronto dentro il governo e con le parti sociali, come ha già promesso il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini. Il termine per l’esercizio della delega è sei mesi, quindi si dovrà arrivare a fine anno. È previsto però un parere parlamentare rafforzato in caso di parere negativo su alcune norme. Questo potrebbe allungare i termini per l’esercizio della delega oltre dicembre. Il Pnrr prevede comunque come termine per l’en
‘ Centrato obiettivo Pnrr, prossime scadenze al 31 marzo 2023 per il codice e al 30 giugno 2023 per il regolamento
trata in vigore del nuovo codice il 31 marzo 2023.
Anche l’ultimo voto del Senato conferma quanto fosse risultato evidente già dal primo voto a Palazzo Madama e poi dalla seconda lettura alla Camera: la convergenza dell’intera maggioranza sul testo approvato, senza elementi di particolare distinguo.
Ogni partito sottolinea gli aspetti che gli sono più congeniali, come fa per esempio la Lega parlando ancora di semplificazione delle procedure, ma le divisioni laceranti che ci sono state fino a un anno fa fra le forze politiche della maggioranza sembrano archiviate. Fratelli d’Italia, dal canto suo, parla di « ennesima riforma al ribasso » .