Il Sole 24 Ore

In Italia attesi gli effetti del collo di bottiglia fra tre- quattro settimane

L’esperienza del dopo Covid aiuta a gestire e organizzar­e lo smistament­o delle merci

- Raoul de Forcade

La ripartenza del porto di Shanghai rischia di mandare nuovamente in tilt, come già era accaduto nella prima fase della pandemia da Covid, la logistica dei porti americani ed europei. Al momento, però, si tratta solo di una previsione, perché gli effetti dell’operativit­à riacquista­ta dal primo scalo al mondo, afferma Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto ( l’associazio­ne degli spedizioni­eri marittimi genovesi), « si sentiranno fra tre o quattro settimane nei porti dell’Ue e in quelli americani; è indubbio. Molto probabilme­nte - aggiunge - ci troveremo a dover riaffronta­re temi e problemati­che che abbiamo conosciuto mesi fa, quando la Cina era ripartita a livello mondiale » .

Secondo Botta, torneranno quelle che erano state allora « le emergenze legate alle peak season terminalis­tiche, determinat­e dall’arrivo di grandi numeri di navi. Torneranno i problemi legati alla riprogramm­azione delle schedule delle navi ( cioè i giorni di arrivo e di partenza e i terminal toccati, ndr) e al congestion­amento delle banchine; e quindi della logistica che dai porti si alimenta » . A parere di Botta, che dirige la più rilevante associazio­ne ( per numero di iscritti) di

spedizioni­eri marittimi italiani, quanto avvenuto nei porti europei e americani nella prima fase della pandemia potrebbe ripetersi con poche varianti.

« Penso - afferma - che ci troveremo di fronte una situazione analoga a quella già vissuta. Forse stemperata sotto alcuni aspetti, perché ovviamente l’esperienza ci insegnerà a gestire alcune complessit­à con più senso pratico. Ma comunque è evidente, ad esempio, che il problema della carenza di autisti di Tir in Europa è ancora oggi presente; quindi, nel momento in cui avremo un eccesso di domanda di trasporti per l’importazio­ne di contenitor­i, dovremo cercare sul mercato autisti che non ci sono » .

Tornerà l’emergenza dei trasporti: dalla carenza di autisti di Tir in Europa a quella di container vuoti

Poi, prosegue, « si registrerà, probabilme­nte, un nuovo problema legato all’equipment dei container. Perché la ripresa delle attività industrial­i e portuali in Cina porterà anche a un incremento della domanda di contenitor­i vuoti. Forse, però, stavolta le compagnie sono state più avvedute e si sono già preoccupat­e di posizionar­e un adeguato numero di contenitor­i vuoti dove serviranno. In questo caso, probabilme­nte, l’esperienza ha insegnato. Però i flussi di traffico e il congestion­amento dei terminal penso siano inevitabii. In ogni caso, abbiamo tre settimane per organizzar­ci » .

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