Il Sole 24 Ore

Conviene incoraggia­re

- John C. Ulsman John C. Hulsman èpresident­e e direttore di John C.

Emerso da una recente fase di seria difficoltà interna, il governo kazako sta – tra la sorpresa generale – facendo fronte alla crisi in cui l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, sua tradiziona­le alleata e mentore, ha precipitat­o il mondo. Ciò però non stupisce se consideria­mo la politica estera multivetto­riale inaugurata trent’anni fa dal suo primo presidente, Nursultan Nazarbayev, e perfeziona­ta dal suo successore designato, l’ex ministro degli Esteri Kassym- Zhomart Tokayev.

Al di là degli stretti legami politici, strategici ed economici con la Russia, il Kazakistan condivide con questa un confine lungo e indifendib­ile e comprensib­ilmente fa di tutto per evitare frizioni e scontri diretti, anche solo diplomatic­i, con Mosca. Malgrado ciò, il Paese ha stupito il mondo rifiutando­si di avallare l’invasione dell’Ucraina e offrendosi come mediatore neutrale per negoziare una pace, pur non riconoscen­do le due repubblich­e separatist­e di

Luhansk e Donetsk nel Donbass ucraino come invece vorrebbe Mosca. Il Kazakistan si è pubblicame­nte appellato al Cremlino perché contempli una soluzione pacifica e negoziata al conflitto, sottolinea­ndo coraggiosa­mente i suoi stretti legami con entrambi i belligeran­ti. Nur- Sultan ( la capitale) si è astenuta nel voto cruciale di condanna dell’invasione all’Assemblea generale dell’Onu: non esattament­e ciò che Vladimir Putin si aspettava. (...)

Man mano che le sanzioni occidental­i alla Russia fanno sentire il loro morso, Putin ha mandato un chiaro messaggio ai vicini inseriti nell’Unione economica eurasiatic­a ( Uee) a guida russa: « Unitevi a noi senza riserve per aiutarci ad attenuare l’impatto dell’embargo occidental­e, o nemmeno le vostre economie sopravvivr­anno » . Sta qui il fulcro della questione, in quanto l’attuale politica estera kazaka si sposa pienamente con l’interesse occidental­e. Per dimostrare che Putin sbaglia in termini politici a imporre una scelta così netta ai suoi vicini e per trarre vantaggio dall’apertura che Nur- Sultan offre all’Occidente, l’America e i suoi alleati europei dovrebbero sostenere un Paese dalle molte possibilit­à, il quale ha dato recente e chiara prova della sua indipenden­za strategica. Dalla risposta dell’Occidente discenderà la sua relazione con questo Stato ricco di risorse e con l’intera Asia centrale, regione strategica, per decenni a venire. (...) Il Kazakistan si appresta dunque a entrare nella seconda fase della sua storia indipenden­te e sarebbe opportuno che l’Occidente ne fosse parte.

Invece, le sanzioni proposte nel Regno Unito dalla sinistra laburista e da alcuni centri studi non tengono in alcun conto questa realtà, rischiando di danneggiar­e l’interesse occidental­e non meno di quello kazako. Queste sanzioni, infatti, spingerebb­ero NurSultan nel fatale abbraccio del suo vicino settentrio­nale. Il governo kazako ha proposto in effetti di proseguire nelle riforme politiche: modernizza­re il processo elettorale; rafforzare la tutela dei diritti umani, la stampa indipenden­te e la società civile; aumentare la separazion­e delle strutture statali da quelle di partito; decentrare maggiormen­te i poteri a vantaggio degli enti locali, per archiviare il sistema superpresi­denziale. Il governo propone che mentre i leader dell’esecutivo centrale e delle grandi città restino di nomina governativ­a, i legislativ­i locali scelgano tra due figure presentate dal governo, iniziando così ad attenuare il centralism­o del sistema. (...) Come i buoni realisti sanno, impiantare un governo democratic­o è processo lento e complesso che richiede tempo e pazienza. Dato il programma di riforme del governo e considerat­a la complessit­à della regione, il Kazakistan appare sulla lenta ma salda strada verso l’obiettivo, con ottime possibilit­à di raggiunger­lo. Ironia della sorte, al momento il Paese sta facendo esattament­e ciò che ogni investitor­e straniero sognava dato l’enorme potenziale economico e la vastissima disponibil­ità di carbone, uranio, cotone, rame: stabilizza­re economia e società. Come l’esempio ucraino dimostra, Nur- Sultan resta inoltre determinat­a a mantenere la sua politica estera multivetto­riale proprio quando l’Occidente ha grande bisogno di amici in Asia centrale dopo il caotico ritiro statuniten­se dall’Afghanista­n.

Sull’enorme potenziale economico del Kazakistan non v’è alcun dubbio: ha le dodicesime riserve accertate di petrolio ( circa 30 miliardi di barili), dal

2001 la produzione petrolifer­a è in crescita e oggi si attesta a 1,8 milioni di barili al giorno, in aumento. Data l’urgenza per l’Europa di trovare nuovi fornitori sull’onda della guerra ucraina, il Kazakistan rappresent­a una fonte vitale di greggio per un Occidente all’affannosa ricerca di una diversific­azione energetica. Invece di ostracizza­re o ignorare il Kazakistan in questa fase critica, per tutte queste ragioni a uno sguardo realista è nel completo interesse dell’Occidente investire diplomatic­amente nel Paese, sostenendo­lo nella sua agenda di riforme. Sembrerebb­e ovvio, ma purtroppo non lo è, che quando un alleato di vecchia data è spinto dalle circostanz­e a fare proprio ciò che l’Occidente auspica quest’ultimo debba incrementa­re il suo appoggio, non lesinarlo. Il Kazakistan è più unico che raro: una concreta opportunit­à strategica che aspetta di essere colta dall’Occidente.

 ?? ??
 ?? ADOBESTOCK ?? Capitale.
Una veduta di Nursultan, prima nota come Astana
ADOBESTOCK Capitale. Una veduta di Nursultan, prima nota come Astana

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy