Inclusione e formazione guidano l’alimentare
Le nuove piattaforme sindacali per il rinnovo dei contratti di secondo livello dell’alimentare saranno guidate da inclusione, sostenibilità, formazione, digitalizzazione, welfare e redistribuzione della produttività. Sono infatti questi i temi al centro delle Linee di indirizzo 2023- 2025 , condivise da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil ( si veda ilSole24Ore del 13 aprile). Sulla parte economica le organizzazioni rimarcano la necessità di orientare le richieste tenendo conto delle diverse situazioni aziendali, ma « puntando ad incrementare il premio per obiettivi e a redistribuire la ricchezza prodotta » .
Nel settore alimentare, secondo quanto rilevano i segretari generali di Fai Cisl Onofrio Rota, Flai Cgil Giovanni Mininni e Uila, Stefano Mantegazza, sono state raggiunte buone performance, grazie anche al livello di partecipazione e inclusione che nel settore è elevato. Le nuove piattaforme sul secondo livello di contrattazione punteranno a migliorare ancora di più questo aspetto, sviluppando una partecipazione attiva che miri non solo ad affrontare le situazioni di crisi, ma « soprattutto ad incrementare i livelli di coinvolgimento sulle linee strategiche delle imprese rispetto ai temi della crescita, dello sviluppo e della sostenibilità economica, sociale e ambientale » . In aziende dove la digitalizzazione sta trasformando i mestieri, l’altro tema centrale sarà la formazione specialistica per far fronte all’introduzione delle nuove tecnologie correlate a Impresa 4.0.
Attraverso il secondo livello di contrattazione i sindacati cercheranno anche di favorire i percorsi di stabilizzazione e verso la parità di genere del lavoro. Nel primo caso attaverso l’internalizzazione delle attività, nel secondo cercando di favorire pari opportunità nelle assunzioni, nella carriera, nell’accesso alla formazione, nelle politiche retributive a parità di prestazione e competenze, al contrasto alla violenza e molestie nei luoghi di lavoro. Sullo smart working l’intento delle linee guida è di creare norme sempre più specifiche che « consentano nelle diverse aziende di usufruire di questa modalità di lavoro in un quadro di regole chiaro e condiviso » .