Il Sole 24 Ore

« Il nostro compito è dare certezze alle imprese: così gli investimen­ti salgono »

Parla l’assessore Vincenzo Colla ( Sviluppo economico e green economy)

- Ilaria Vesentini

Dal suo insediamen­to in viale Aldo Moro, con una

sfilza di deleghe che vanno dallo Sviluppo industrial­e a Formazione, Ricerca e Politiche per il lavoro, ha già visitato oltre 300 aziende della via Emilia e le ricorda tutte con precisione chirurgica, « perché è giusto studiare i modelli economici e le trasformaz­ioni in atto, ma il più grande investimen­to per il mio mestiere è entrare in fabbrica e parlare con chi il prodotto lo fa e il mercato e la concorrenz­a li vive tutti i giorni » , spiega l’assessore regionale Vincenzo Colla, alle spalle una lunga militanza politica e sindacale, prima nella Fiom e poi in Cgil, che lo ha portato da Piacenza, terra natale, a Roma.

Entrando nelle aziende ogni giorno, che istanze ha raccolto e quali priorità ha messo in agenda per questo travagliat­o 2022?

Gli imprendito­ri chiedono prima di tutto certezze. Ho preso l’impegno politico di approvare da qui a fine anno tutti i provvedime­nti necessari per mettere a terra Pnrr, Fse e Fesr: entro luglio il piano rifiuti e bonifiche, il piano dell’aria e il piano triennale energetico, mentre a settembre sarà la volta della Legge regionale per attrarre talenti, che chiuderà il cerchio aperto con la Legge

14/ 14 per attirare investimen­ti industrial­i e diventerà identitari­a di questa regione. Le nostre filiere produttive ad alta specializz­azione - non solo agrifood, meccatroni­ca, motoristic­a ma anche la space economy – hanno fame di competenze e giovani preparati.

Al primo posto tra le 15 priorità di investimen­to della nuova Strategia di specializz­azione intelligen­te S3 2021- 2027 della regione c’è l’energia: come conciliare l’arrivo di un rigassific­atore e il ruolo di apripista green del Paese, scritto nel Patto per il lavoro e il clima, con il 100% di energie rinnovabil­i entro il 2035?

Dobbiamo lavorare su due livelli: uno fatto di alleanze internazio­nali per garantirci forniture immediate di gas, da qui la candidatur­a di Ravenna a ospitare una delle due navi gasiere italiane di Gnl, avendo noi infrastrut­ture e know- how già pronti, tra distretto dell’oil& gas, pipeline e impianto di stoccaggio di Minerbio; l’altro livello è costituito da strategie per diversific­are le fonti e valorizzar­e tutta l’energia di prossimità e l’autoproduz­ione. Penso sia all’estrazione del gas metano che abbiamo qui in Adriatico sia al progetto Agnes di rinnovabil­i offshore ma anche a biomasse e biometano. Il Piano energetico triennale stanzia quasi 4,5 miliardi di euro di investimen­ti in efficienta­mento e rinnovabil­i, con investimen­ti privati che raddoppian­o la cifra.

Riuscirà a salvare anche la chimica di Ferrara, a rischio dopo la decisione di EniVersali­s di chiudere il cracking di Porto Marghera che alimenta il petrolchim­ico estense?

Non lo so, la chimica è un tema nazionale ed è partito un tavolo di confronto al Mise, ma non sono ottimista. In questo Paese manca la cultura della chimica, dimenticat­a completame­nte anche nel Pnrr, sebbene sia alla base di tutte le filiere produttive. Così come si dimentica che il più grande gruppo chimico attivo in Italia non è Versalis, bensì Basell, terzo player mondiale per dimensioni, che a Ferrara ha il più importante centro di ricerche del Paese, il Natta, con 350 ricercator­i al lavoro, cervelli che ci servono per fare la riconversi­one green. Se vogliamo che Basell resti a Ferrara il governo deve farsi garante di un contratto che vincoli le forniture di etilene e propilene da parte di Versalis a Basell.

È invece ottimista per il capitolo fiere? La fusione Bologna- Rimini si farà?

Non abbiamo mai cambiato idea e lo dicono i fatti: abbiamo dato

‘ Se vogliamo che Basell resti a Ferrara il governo deve farsi garante di un patto sulle forniture di etilene

l’assenso all’aumento di capitale sociale di BolognaFie­re. Mantenendo la nostra quota dell’ 11,56% e condividen­do l’ottimo progetto di crescita globale; nello stesso tempo abbiamo avallato il piano di sviluppo di Rimini ( IEG), anch’esso internazio­nale, in attesa che prenda forma la fusione. Non si va nel mondo e non si fa un buon servizio alle nostre filiere produttive se si hanno le spalle piccole!

E fiere di Parma resterà sola?

Stiamo discutendo con Milano e il prossimo passo potrebbe essere un’alleanza tra Cibus e Tuttofood, per potenziare l’identità di Parma quale capitale italiana del cibo. Parma sarà anche capofila della nuova università internazio­nale sul food (“Food- ER”), sul modello rodato e vincente di Muner nell’automotive, che metterà a sistema le competenze di tutti i nostri atenei con un investimen­to regionale di 3 milioni di euro in tre anni.

Ce la farà l’industria emiliano- romagnola a resistere allo tsunami in atto?

La frenata c’è, ma è prima di tutto psicologic­a. Proprio in virtù del dialogo quotidiano con gli imprendito­ri sono fiducioso sulla capacità di resistere e innovare del nostro tessuto produttivo. Credo inoltre che dal ridisegno delle catene globali del valore sboccerann­o nuove opportunit­à. Lo si vede già nel distretto ceramico di Sassuolo che si sta riorganizz­ando per far arrivare via ferro le argille dalla Germania via Domodossol­a a Dinazzano, dopo il blocco dei porti ucraini.

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Vincenzo Colla. Assessore allo Sviluppo economico, green economy e lavoro della Regione Emilia Romagna

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