Abi: « Tassi allo 0,5%? Quota infima »
Patuelli: « Con la lira arrivavano al 19,5%, Borse giù per vendite allo scoperto »
L'allarme sull’aumento dei tassi di interesse non scalda il mondo bancario. « Vi è una discussione in questi giorni sui tassi, sul fatto che in Europa possano aumentare per la prima volta » dopo tanti anni, visto che sono « sotto zero da 6 anni » ha detto ieri il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. In passato « con la lira abbiamo avuto dei tassi fino al 19,5% » , quando « l’Italia nell’euro dovrebbe avere al massimo lo 0,50% entro Natale, quindi una quota infima » .
Secondo il presidente dell’Abi l’annuncio di un aumento dei tassi « non è una motivazione sufficiente per poter far venire giù le borse. Le Borse vengono giù perché ci sono delle regole internazionali che non condivido perché mentre se uno vende un appartamento di cui non è proprietario va immediatamente dal giudice penale, se uno vende azioni che non possiede lo può fare quindi vende allo scoperto quello che non ha. Non è mica un metodo corretto » . Resta però il fatto che ancora prima che gli adeguamenti della Banca centrale siano stati fatti l’effetto annuncio si riflette sulle dinamiche della raccolta bancarie e quindi anche sugli impieghi. Accade così che il costo dei prestiti, e in particolare dei mutui, già da qualche mese abbia cominciato ad aumentare per i clienti.
Se ne trova conferma anche nel bollettino mensile dell’Associazione, diffuso ieri, dal quale emerge che a maggio il tasso medio sulle operazioni di mutuo è arrivato all’ 1,93 per cento, contro l’ 1,81 per cento del mese precedente. La realtà è che andando in questi giorni a chiedere ai principali istituti di credito un finanziamento per l’acquisto di un immobile a tasso fisso si riscontrano tassi fino al 3 per cento. Secondo il bollettino, il tasso medio sul totale dei prestiti a maggio era pari al 2,17% ( 2,16% nel mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); mentre il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese era in leggera flessione, all’ 1,13% contro l’ 1,23% dell mese precedente. Sempre a maggio i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 2,8% rispetto a un anno fa. Nel mese di aprile 2022, per i prestiti alle impre
‘ I DATI ABI A maggio tasso medio sui mutui all’ 1,93% Tornano a calare le sofferenze nette
se c'è stato un aumento dell' 1,8% su base annua. L'aumento è stato invece del 3,9% per i prestiti alle famiglie.
Nello stesso mese sono rimaste inalterate le consistenze dei depositi, ora stabiliti su soglie record da 1861 miliardi. Su questi soldi parcheggiati nei conti correnti ora minaccia di picchiare dure l’inflazione. Da qui l’invito di Patuelli.
« Da un lato chi ha del risparmio, deve investirlo con grande consapevolezza e responsabilità – ha osservato -. E dall'altro lato bisogna vedere anche se l'acquisto di qualche cosa, non solo di consumo, può essere più utile effettuarlo » in questa fase. Altro dato interessante quello sulle sofferenze nette che nel mese di aprile sono tornate a scendere lievemente. Le sofferenze nette sono state 16,7 miliardi di euro, in calo di circa 1,2 miliardi di euro rispetto al mese precedente e inferiori di circa 3,1 miliardi rispetto ad aprile 2021 e di 72,2 rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015. Sempre il rapporto mensile evidenzia che le sofferenze nette su impieghi totali è pari allo 0,95% ad aprile 2022, ( era 1,15% ad aprile 2021, 1,50% ad aprile 2020 e 4,89% a novembre 2015).