Sciopero dei penalisti sul cambio dei giudici
Astensione dalle udienze il 27 e 28 giugno: serve intervento Cartabia
Pochi giorni fa avevano scritto a tutti i presidenti di Corte d’appello, ora la protesta sale di tono e arriva alla proclamazione di due giorni, il 27 e 28 giugno, di astensione dalle udienze. I penalisti scendono in campo contro una prassi, ricordano, sempre più diffusa, quella del cambiamento della composizione dei collegi e del giudice monocratico e della conseguente disciplina della riassunzione della prova dichiarativa.
Infatti, è l’affondo delle Camere penali, « nonostante il principio di diritto vigente nel nostro ordinamento in quanto oggetto della legge delega, ogni giorno continua a verificarsi nelle nostre aule di giustizia il fenomeno determinato dalla regola stabilita dalla Suprema Corte di cassazione con la nota sentenza Bajrami ( Sezioni unite 41736/ 2019) » .
Secondo questa pronuncia, spiegano i penalisti « è possibile per il nuovo giudice non procedere alla rinnovazione dell’acquisizione della prova, limitando tali ipotesi al solo caso che la parte abbia indicato il teste nella sua lista o intenda indicarlo
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Preoccupano i troppi limiti introdotti nella prassi alla rinnovazione delle prove dichiarative
in una nuova lista testi, a condizione che siano diverse le circostanze rispetto a quelle oggetto della prima testimonianza » . Effetto della sentenza così è l’inquietante frequenza con la quale cambiano le composizioni dei collegi e dei tribunali monocratici, « di fatto così bilanciando principi costituzionali con esigenze organizzative, trasferimenti a richiesta dei singoli magistrati, esigenze private degli stessi giudici » .
A venire vanificato in questo modo, lamentano le Camere penali, è uno delle architravi del giusto processo, il diritto dell’imputato a essere giudicato dal medesimo giudice che ha raccolto la prova.
L’allarme poi sale ulteriormente perché la riforma in arrivo del processo penale interverrà sul punto, anche se il decreto legislativo è ancora in fase di elaborazione al ministero della Giustizia, ma già c’è, contestano le Camere penali, chi preme per una disciplina transitoria che releghi la necessità della videoregistrazione come precondizione per la rinuncia alla rinnovazione della prova solo ai casi futuri mentre, nell’attesa che gli Uffici si dotino degli adeguati strumenti tecnici, sarebbe sufficiente la sola trascrizione della registrazione dell’udienza. Al contrario, per gli avvocati servono misure per assicurare che il giudice della decisione abbia nel suo bagaglio di conoscenza la concreta visione delle videoregistrazioni.
Infine la richiesta per prevedere nel contesto della riforma dell’ordinamento giudiziario in discussione al Senato l’obbligo per il giudice che chiede il trasferimento di esaurire preventivamente il proprio ruolo portando a termine i processi già iniziati.