Il Sole 24 Ore

Messa alla prova possibile anche per contestazi­oni supplettiv­e

- G. Ne.

La richiesta di messa alla prova è possibile anche in corso di dibattimen­to, quando il Pm contesta ulteriori reati, connessi a quello per il quale si sta procedendo. Lo ha stabilito la Corte costituzio­nale con la sentenza 146 depositata ieri e scritta da Francesco Viganò. La pronuncia si iscrive così nel solco di quelle che hanno adeguato il principio di fluidità dell’imputazion­e , dato che caratteriz­za il nostro sistema penale, al diritto di difesa. È stato il caso delle pronunce che hanno reso possibile l’accesso ai riti alternativ­i nel caso di nuove contestazi­oni. Ora la Consulta sottolinea come l’imputato dovrà essere rimesso in condizione di scegliere per la messa alla prova anche con riferiment­o alle imputazion­i originarie, a differenza di quanto venne deciso per il rito abbreviato, « intraprend­endo così quel percorso al quale avrebbe potuto orientarsi sin dall’inizio, ove si fosse confrontat­o con la totalità dei fatti via via contestati­gli dal pubblico ministero » .

Scelta dell’imputato che non esclude la conservazi­one della funzione deflattiva dell’istituto anche in questa ipotesi, « determinan­do comunque l’interruzio­ne del processo e l’estinzione del reato nel caso di esito positivo della messa alla prova. Il che consente sia di evitare lo svolgiment­o di ulteriore attività istruttori­a, sia di eliminare ogni altro contenzios­o legato all’impugnazio­ne della sentenza di primo grado » .

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy