« Con la fine dei tassi molto bassi entriamo in una nuova era »
L’intervista. Bruno Le Maire. Il ministro dell’economia francese parla dell’inflazione, destinata a durare, e della stretta di politica monetaria esortazione ai partner europei, soprattutto quelli più indebitati: siate saggi
Ècon malcelata soddisfazione che Bruno Le Maire si appresta a lasciare la presidenza di turno dell’Ecofin, l’organismo che raggruppa i ministri finanziari dell’Unione europea. In questi ultimi sei mesi, Parigi ha potuto imprimere una accelerazione a numerosi e significativi testi legislativi. Al tempo stesso, il ministro dell’Economia francese è all’erta: in una intervista parla di « nuova era » sul fronte economico, ed esorta i dirigenti europei, soprattutto quelli dei Paesi più indebitati, alla saggezza.
Da settimane ormai i mercati sono nervosi, tra aumento dell’inflazione e stretta di politica monetaria. Lo sguardo corre ancora una volta ai Paesi più deboli della zona euro, in particolare all’Italia e alla Grecia. Risponde l’uomo politico francese: « Stiamo entrando in una nuova era con la fine dei tassi di interesse molto bassi. La consapevolezza è il punto di partenza per essere saggi. Credo che tutti i miei colleghi siano consapevoli di questa nuova situazione » .
« Ho fiducia che prenderanno le decisioni giuste – ha aggiunto Bruno Le Maire, 53 anni, parlando a un gruppo di giornali europei, tra cui Il Sole 24 Ore –. Ho piena fiducia nel governo di Kyriakos Mitsotakis; e ho piena fiducia nel governo di Mario Draghi. So che Mario Draghi prende le decisioni giuste e sta adottando riforme strutturali profonde e di lungo periodo, che favoriranno la crescita italiana » . La Banca centrale europea ha già annunciato un prossimo rialzo del costo del denaro.
Incalzato dai suoi intervistatori sull’aumento del divario tra i tassi italiani e quelli tedeschi, che ormai è vicino ai 250 punti base, l’uomo politico, appena confermato alla testa del ministero dell’Economia francese dopo un primo mandato di cinque anni, risponde: « Ho piena fiducia sia nella Banca centrale europea e nel suo presidente, Christine Lagarde, sia in Mario Draghi e nel suo governo, affinché prendano le decisioni giuste per affrontare l’aumento dei tassi di interesse » . L’istituto monetario ha annunciato proprio ieri di voler mettere a punto « un nuovo strumento » per evitare una frammentazione del mercato monetario.
La Francia è ( per ora) uno dei Paesi meno colpiti dal balzo dell’inflazione. Eppure, la questione induce il ministro francese alla cautela: « Lo stretto coordinamento tra gli Stati membri è fondamentale, soprattutto tra i Paesi dell’area dell’euro. È esattamente quello che stiamo facendo (…) Stiamo prendendo decisioni simili e siamo tutti d’accordo sul fatto che la priorità vada data alla protezione delle famiglie più povere nei nostri Paesi » .
Il premier italiano Draghi ha proposto la settimana scorsa di adottare un nuovo piano di obbligazioni comunitarie, sulla falsariga del programma
SURE, usato nel pieno della pandemia per finanziare la cassa integrazione a livello nazionale ( si veda Il Sole 24 Ore del 10 giugno).
La diplomazia italiana sostiene che il denaro europeo dovrebbe servire a ridurre l’ammontare delle bollette energetiche, alleggerendo le finanze pubbliche dei Paesi membri, soprattutto quelle dei più indebitati.
Cosa pensa di questa idea italiana? « Dobbiamo continuare a costruire sulla base della solidarietà europea – risponde ( evasivo?) il nostro interlocutore –. Se guardiamo alla crisi Covid nel 2020, possiamo essere orgogliosi della nostra solidarietà. È stata la risposta più efficace sia dal punto di vista economico che politico (…). Una solidarietà responsabile dovrebbe guidarci a trovare i migliori strumenti europei per finanziare due beni europei fondamentali: la lotta al cambiamento climatico e la difesa europea » . Il commissario al Lavoro Nicolas Schmit ha detto martedì che rifletterà a eventuali nuovi strumenti simili a SURE.
Il ministro francese si aspetta una inflazione elevata per tutto il 2022, e poi ancora superiore al 2% fino alla fine del 2023 ( in maggio era dell’ 8,1% annuo nella zona euro). « Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che a causa dei cambiamenti strutturali - la transizione verde e la regionalizzazione della globalizzazione - dovremo convivere con un livello di inflazione più elevato rispetto a quello di quest’ultima epoca, che è stato eccezionale. Siamo stati abituati a un livello medio di inflazione intorno allo 0- 1%. Dovremo convivere con un’inflazione media del 2 per cento » .
La stessa idea di sovranità europea ha un costo sul fronte dei prezzi, ammette il dirigente politico. Ciò detto, in questi sei mesi di presidenza dell’Unione europea, Parigi può annoverare una serie di traguardi: il dazio ambientale; la regolamentazione dei mercati digitali ( grazie ai due testi noti con gli acronimi inglesi DSA e DMA); la nascita di progetti di cooperazione nelle batterie, nell’idrogeno, e nei microprocessori; nuove misure per lottare contro la concorrenza sleale dei Paesi terzi.
I ministri discuteranno oggi in Lussemburgo del completamento dell’unione bancaria. Da tempo è ormai chiaro che la crisi economica ha acuito le divergenze nazionali su questo fronte: « Stiamo entrando in un nuovo mondo, in cui l’unione bancaria non è mai stata così importante. L’approccio graduale proposto dal presidente dell’Eurogruppo Pascal Donohoe è quello giusto. Non arriveremo a un accordo globale e definitivo nelle prossime settimane, ma so che possiamo ancora registrare dei progressi sulla base di questo approccio graduale » .
Resta da capire se la Francia riuscirà domani, nell’ultima riunione dell’Ecofin di questo primo semestre, a strappare l’unanimità sull’ambizioso progetto di tassazione delle imprese multinazionali e digitali. Finora a bloccare l’accordo è stata la Polonia. « Tutti gli ostacoli tecnici sono stati eliminati. È solo una questione di volontà politica – afferma il ministro -. Non risparmierò gli sforzi fino a venerdì ( domani,
ndr) per convincere tutti i partner europei della necessità di raggiungere un accordo sulla tassazione minima » .
Quest’ultima vicenda ha riproposto l’annosa questione dell’unanimità nelle decisioni europee: « Se vogliamo davvero accelerare il processo di integrazione europea, per essere in grado di decidere rapidamente su questioni fondamentali, dovremmo adottare la maggioranza qualificata in tema fiscale – conclude Bruno Le
Maire –. Guardiamo alla tassazione digitale: con la maggioranza qualificata probabilmente l’avremmo già adottata nel 2018, quando la Francia lanciò l’iniziativa » .
IL CARO PREZZI
Dovremo convivere con un livello di inflazione più elevato rispetto agli ultimi anni, che è stato eccezionale
NUOVI PROGRAMMI UE
Bisogna trovare i migliori strumenti per finanziare due beni fondamentali: lotta al cambiamento climatico e difesa