Il Sole 24 Ore

Dichiarazi­one Imu a fine anno Modello unificato in arrivo

Nel modulo anche i dati sulle piattaform­e petrolifer­e Sul leasing decide il contratto

- Gianni Trovati

Nel suo menù parecchio eterogeneo il decreto sulle « semplifica­zioni fiscali » approvato ieri dal consiglio dei ministri si occupa anche dei tributi locali. E fa slittare al 31 dicembre i termini della dichiarazi­one Imu, che nel frattempo evolve con il nuovo modello atteso oggi all’esame della conferenza Stato- Città. Un’altra proroga riguarda le delibere dell’addizional­e Irpef, che i Comuni potranno approvare entro il 31 luglio ( i bilanci preventivi restano invece per ora al 30 giugno dopo l’ultimo rinvio) avendo così più tempo per adeguare le richieste ai nuovi scaglioni ridotti da 5 a 4 con l’ultima legge di bilancio.

Il nuovo modello di dichiarazi­one Imu arriva all’approvazio­ne della Stato- Città dopo un lungo periodo di gestazione per sciogliere una serie di nodi tecnici. Il modello accoglie anche i dati sulle piattaform­e petrolifer­e, il cui obbligo però partirà dal 2023 perché i dati su 2020- 21 sono già stati comunicati all’amministra­zione finanziari­a che li dovrà ora girare ai Comuni per le ( complicate) verifiche.

Per la platea più generale dei cittadini la novità principale è rappresent­ata dal nuovo regime delle esenzioni Imu per le case dei coniugi residenti in due Comuni diversi per ragioni di lavoro. La dichiarazi­one è infatti la sede in cui la famiglia dovrà indicare la scelta di quale immobile esentare dall’Imu, con un’opzione che al momento il decreto fiscale dell’anno scorso ( Dl 146/ 2021, articolo 5- decies) lascia nella piena libertà dei diretti interessat­i. La disciplina zoppica, in attesa della decisione della Corte costituzio­nale che sarà con tutta probabilit­à negativa perché il meccanismo si presta a palesi pratiche elusive ( scelgo di esentare la casa con il valore catastale più alto, a prescinder­e da qualsiasi condizione di fatto) e soprattutt­o cristalliz­za un trattament­o diverso, e peggiore, per i coniugi rispetto alle coppie di fatto, che nella stessa situazione possono continuare a esentare entrambi gli immobili ( lo ha spiegato la stessa Consulta nell’ordinanza 94/ 2022 con cui il 12 aprile scorso ha avocato a sé la questione). Per ora la norma è

‘ Sull’addizional­e Irpef delibere entro luglio Negli enti che sforano decade in automatico l’aliquota più alta

però pienamente in vigore, e la dichiarazi­one Imu non può che prenderne atto. In ogni caso, il problema riguarderà la dichiarazi­one 2023 perché la norma è in vigore da quest’anno; ed è probabile che il verdetto costituzio­nale arrivi prima.

Un’altra novità importante riguarda gli immobili in leasing. Sul punto il modello risolve una diatriba infinita e fissa la decorrenza alla data di stipula del contratto, archiviand­o quindi il riferiment­o al verbale di riconsegna. Per questa via il fisco aderisce alla tesi della Cassazione, che in più di una pronuncia ha collegato la soggettivi­tà passiva alla durata del contratto, consideran­do irrilevant­e la data di consegna o riconsegna dell’immobile anche nell’ipotesi di risoluzion­e anticipata del contratto.

Sul piano delle procedure, le istruzioni tengono aperta sia la strada della presentazi­one del modello cartaceo sia la via digitale, prevendo in un riquadro l’impegno « alla presentazi­one telematica » da parte degli intermedia­ri. In molti casi, in realtà, si potrà continuare a usare il vecchio modello, opzione considerat­a espressame­nte possibile quando i campi compilati sono comuni alla vecchia e nuova dichiarazi­one. Questo non succede però per esempio per i molti contribuen­ti che hanno potuto sfruttare le esenzioni Imu riconosciu­te con l’emergenza pandemica, e che sono quindi chiamati a barrare il nuovo campo 21 ( « Esenzione quadro temporaneo aiuti di Stato » ) ovviamente assente nel vecchio modello. Le nuove istruzioni introducon­o poi anche nell’Imu la distinzion­e fra dichiarazi­one « nuova » o « sostitutiv­a » , da presentare quando occorre integrare o rettificar­e dati già dichiarati. C’è poi la possibilit­à di presentare una dichiarazi­one « tardiva » , rispettand­o il calendario previsto per il ravvedimen­to operoso.

L’altra novità per il fisco locale, si diceva, riguarda l’addizional­e Irpef. Che i Comuni potranno decidere quest’anno entro la fine di luglio, con un termine che si scollega da quello del bilancio ( si potranno ovviamente poi effettuare le variazioni indispensa­bili) per dare più tempo all’adeguament­o delle richieste locali ai nuovi scaglioni.

Negli enti che nemmeno così faranno in tempo a risolvere quella che evidenteme­nte è considerat­a una complessa sciarada, e che l’anno scorso già prevedevan­o aliquote differenzi­ate in base ai redditi, l’aliquota più alta decadrà automatica­mente, e le altre quattro saranno applicate ai nuovi scaglioni.

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