Il Sole 24 Ore

Salvini attacca su tasse e pensioni ma rinuncia allo strappo sulla giustizia

Bocciati gli emendament­i leghisti alla riforma Cartabia Tosi entra in Forza Italia

- Barbara Fiammeri

I sussulti post voto continuano a farsi sentire. « Dura restare al Governo se dopo una pandemia e una guerra non taglia le tasse, non fa la pace fiscale e non toglie la Fornero » , è la lista indirizzat­a da Matteo Salvini a Mario Draghi. Il premier rientrato da Israele e in viaggio verso Kiev al momento resta concentrat­o sui dossier internazio­nali, compresa la nuova impennata del prezzo del gas provocata dal taglio delle forniture deciso da Mosca, che sarà al centro del Consiglio europeo della prossima settimana, e dai riflessi delle scelte assunte dalla Bce. Salvini però ha bisogno di farsi sentire.

La batosta subita in queste amministra­tive è forte perché - come è ormai noto - la Lega è stata sorpassata da Fratelli d’Italia quasi ovunque anche al Nord. « Peseremo il governo e la nostra incisività su lavoro tasse e pensioni » , ha detto ieri Salvini a Porta a Porta. Parole che lasciano intendere quale sarà il campo da gioco e la tempistica: la manovra ovvero la legge di Bilancio a settembre. Fino ad allora non succederà nulla. Anche perché se lo facesse di fatto sosterrebb­e quanto va dicendo e ripetendo Giorgia Meloni che da vincitrice ha chiesto provocator­iamente agli alleati se non fosse il caso di uscire dal Governo. Non bisogna infatti lasciarsi abbagliare dagli scontri quotidiani, buoni anzitutto per tenere alta la tensione e occupare spazio mediatico. Vale anche per il confronto post referendar­io sulla riforma della Giustizia.

Ieri la Lega, presente Salvini, ha ripresenta­to in Aula i suoi emendament­i in nome dei « milioni di italiani » che hanno votato sì ai referendum. Sono stati tutti respinti, compreso quello sulla custodia cautelare su cui il Carroccio ha chiesto e ottenuto il voto segreto mandando su tutte le furie il Pd ( « Così ci comporta da opposizion­e » , l’accusa) ma non invece il Governo che evidenteme­nte era stato ampiamente rassicurat­o vista pure l’astensione annunciata da Italia viva . Anche nel primo Consiglio dei ministri post elettorale la Lega ha voluto fare un po’ la voce grossa sulla proroga dell’obbligo delle mascherine ( « Servono solo in ospedale e nelle Rsa » , ha detto Salvini) ottenendo l’esclusione dei voli internazio­nali.

Scosse di assestamen­to in attesa del primo vero appuntamen­to da evidenziar­e in neretto: l’intervento di Draghi in Parlamento la prossima settimana in vista del Consiglio europeo di fine mese sulla guerra e i suoi effetti, a partire dalla decisione sul tetto al prezzo del gas . Al Senato gli occhi saranno puntati sul premier ma anche sul segretario della Lega ancora nell’occhio del ciclone per il suo mancato viaggio a Mosca. Ci sarà da mettere nero su bianco una risoluzion­e che tenga dentro la pace tanto quanto il sostegno all’Ucraina. Vedremo quale sarà il posizionam­ento di Salvini ma anche di Giuseppe Conte visto che sulla questione « no armi » hanno la stessa posizione. L’altra data da cerchiare arriva subito dopo: i ballottagg­i di domenica 26. Ieri Flavio Tosi ha fatto il suo ingresso ufficiale in Forza Italia. L’ex sindaco, espulso dalla Lega guidata da Salvini, si è ripresenta­to a Verona sostenuto dagli azzurri portando a casa un 24% che sarebbe decisivo per evitare al sindaco uscente, Federico Sboarina, di vedersi battuto dal candidato del centrosini­stra Damiano Tommasi.

Ma l’accordo non sarà facile. « Lo farei domattina » , ha detto conciliant­e Salvini. Anche Silvio Berlusconi e Antonio Tajani sono convinti che la priorità ora è la vittoria del centrodest­ra. Ma da Sboarina - che è esponente di Fdi, « non arrivato alcun segnale » , ha chiosato Tosi. Sullo sfondo c’è anche la legge elettorale. « Non è una nostra priorità » , ha ripetuto Salvini. Tutti però sanno che la decisione vera arriverà solo in prossimità del voto. Anche per l’eventuale ritorno al proporzion­ale bisogna attendere l’autunno.

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