Salvini attacca su tasse e pensioni ma rinuncia allo strappo sulla giustizia
Bocciati gli emendamenti leghisti alla riforma Cartabia Tosi entra in Forza Italia
I sussulti post voto continuano a farsi sentire. « Dura restare al Governo se dopo una pandemia e una guerra non taglia le tasse, non fa la pace fiscale e non toglie la Fornero » , è la lista indirizzata da Matteo Salvini a Mario Draghi. Il premier rientrato da Israele e in viaggio verso Kiev al momento resta concentrato sui dossier internazionali, compresa la nuova impennata del prezzo del gas provocata dal taglio delle forniture deciso da Mosca, che sarà al centro del Consiglio europeo della prossima settimana, e dai riflessi delle scelte assunte dalla Bce. Salvini però ha bisogno di farsi sentire.
La batosta subita in queste amministrative è forte perché - come è ormai noto - la Lega è stata sorpassata da Fratelli d’Italia quasi ovunque anche al Nord. « Peseremo il governo e la nostra incisività su lavoro tasse e pensioni » , ha detto ieri Salvini a Porta a Porta. Parole che lasciano intendere quale sarà il campo da gioco e la tempistica: la manovra ovvero la legge di Bilancio a settembre. Fino ad allora non succederà nulla. Anche perché se lo facesse di fatto sosterrebbe quanto va dicendo e ripetendo Giorgia Meloni che da vincitrice ha chiesto provocatoriamente agli alleati se non fosse il caso di uscire dal Governo. Non bisogna infatti lasciarsi abbagliare dagli scontri quotidiani, buoni anzitutto per tenere alta la tensione e occupare spazio mediatico. Vale anche per il confronto post referendario sulla riforma della Giustizia.
Ieri la Lega, presente Salvini, ha ripresentato in Aula i suoi emendamenti in nome dei « milioni di italiani » che hanno votato sì ai referendum. Sono stati tutti respinti, compreso quello sulla custodia cautelare su cui il Carroccio ha chiesto e ottenuto il voto segreto mandando su tutte le furie il Pd ( « Così ci comporta da opposizione » , l’accusa) ma non invece il Governo che evidentemente era stato ampiamente rassicurato vista pure l’astensione annunciata da Italia viva . Anche nel primo Consiglio dei ministri post elettorale la Lega ha voluto fare un po’ la voce grossa sulla proroga dell’obbligo delle mascherine ( « Servono solo in ospedale e nelle Rsa » , ha detto Salvini) ottenendo l’esclusione dei voli internazionali.
Scosse di assestamento in attesa del primo vero appuntamento da evidenziare in neretto: l’intervento di Draghi in Parlamento la prossima settimana in vista del Consiglio europeo di fine mese sulla guerra e i suoi effetti, a partire dalla decisione sul tetto al prezzo del gas . Al Senato gli occhi saranno puntati sul premier ma anche sul segretario della Lega ancora nell’occhio del ciclone per il suo mancato viaggio a Mosca. Ci sarà da mettere nero su bianco una risoluzione che tenga dentro la pace tanto quanto il sostegno all’Ucraina. Vedremo quale sarà il posizionamento di Salvini ma anche di Giuseppe Conte visto che sulla questione « no armi » hanno la stessa posizione. L’altra data da cerchiare arriva subito dopo: i ballottaggi di domenica 26. Ieri Flavio Tosi ha fatto il suo ingresso ufficiale in Forza Italia. L’ex sindaco, espulso dalla Lega guidata da Salvini, si è ripresentato a Verona sostenuto dagli azzurri portando a casa un 24% che sarebbe decisivo per evitare al sindaco uscente, Federico Sboarina, di vedersi battuto dal candidato del centrosinistra Damiano Tommasi.
Ma l’accordo non sarà facile. « Lo farei domattina » , ha detto conciliante Salvini. Anche Silvio Berlusconi e Antonio Tajani sono convinti che la priorità ora è la vittoria del centrodestra. Ma da Sboarina - che è esponente di Fdi, « non arrivato alcun segnale » , ha chiosato Tosi. Sullo sfondo c’è anche la legge elettorale. « Non è una nostra priorità » , ha ripetuto Salvini. Tutti però sanno che la decisione vera arriverà solo in prossimità del voto. Anche per l’eventuale ritorno al proporzionale bisogna attendere l’autunno.