Psc, conti in rosso e concordato L’ad Loiola lascia dopo 4 mesi
L’aggressiva politica di M& A ha portato il gruppo ad avere anche il controllo di Italtel L’uscita del manager legata a una situazione differente rispetto a quella prospettata
Conti in rosso, bilancio 2021 non ancora approvato e amministratore delegato che lascia l’azienda in cui era entrato a febbraio.
Psc alza bandiera bianca. e con una nota ha annunciato di aver « deliberato di presentare, dinanzi al Tribunale di Lagonegro, una domanda di concordato preventivo “con riserva” » .
Momento difficile per il gruppo che in questi ultimi anni ha lavorato per ritagliarsi un ruolo di campione nazionale dell’impiantistica. Con headquarter a Roma, ma sede legale a Maratea ( Potenza), controllato dalla Psc Partecipazioni ( holding della famiglia Pesce) e partecipato da Simest ( 9,6%) e Fincantieri ( 10%), il gruppo negli anni si è ingrandito con una politica aggressiva di acquisizioni: da Cargo ad Alpitel a Giubergia.
Ultimo tassello, sicuramente il più importante, è l’acquisizione della quota di controllo di Italtel. Psc ha finito per detenere il 53,66%, Clessidra Capital Credit il 28,62% e Tim il 17,72% di una Italtel passata anche attraverso la galassia Exprivia.
A pesare, spiega il gruppo in una nota, sono stati « il protrarsi degli effetti straordinari della pandemia Covid- 19, aggravati dalle conseguenze del conflitto russo- ucraino, tutt'ora in corso, che hanno inciso in termini di maggiore onerosità e conseguente stravolgimento dei programmi operativi del gruppo, a cui, tra gli altri, si sono aggiunti, negli ultimi mesi, gli smisurati aumenti dei prezzi e la scarsa disponibilità delle materie prime da destinare ai cicli produttivi, nonché il forte disequilibrio economico- finanziario del business energia in area Latam » .
Ora la decisione di chiedere il concordato preventivo “con riserva”, visto da Psc come « strumento di gestione della crisi per superare una temporanea tensione finanziaria » . A deciderlo, il 14 giugno, un Cda con nomi di peso. Al presidente Umberto Pesce e al fratello Angelo ( figli del fondatore), si aggiungono Fulvio Conti ( già presidente di Telecom, ad Enel), Michele Adinolfi ( ex Generale di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza) e Pietro Grillo ( espressione in Cda del socio Fincantieri).
Ha deciso di rassegnare le dimissioni l’ad Roberto Loiola, manager di lungo corso nelle Tlc ( passato da Telecom Italia e alla guida della branch italiana di Huawei, di Alcatel Lucent, ad di Nokia in Italia prima di essere chiamato nel 2017 alla guida di Sirti, controllata dal fondo Pillarstone). Loiola era subentrato a Mauro Moretti, ex ad di Ferrovie dello Stato e Leonardo- Finmeccanica.
Una uscita, diventata ufficiale con il cda dei martedì 14 giugno, che a quanto risulta al Sole 24 Ore sarebbe legata a presupposti che si sono rivelati differenti rispetto al momento di ingresso. Doveva essere un progetto di espansione, mentre ora dovrà aprirsi un processo di ristrutturazione per questo gruppo da 2.300 persone, senza contare gli altri 1.200 dipendenti di Italtel non direttamente interessati. Su questo il gruppo specifica, nella nota, che la decisione di ricorrere al concordato non avrà « alcun impatto sull'attività della controllata Italtel Spa che, pertanto, proseguirà nel percorso di rilancio secondo le linee di direzione e coordinamento esercitate da Gruppo Psc » .
Intanto il bilancio 2021 non è ancora stato approvato. I 75 milioni di rosso del bilancio 2020 non sono stati un elemento da poco. E l’esposizione debitoria, superiore a 160 milioni, nemmeno. Ora, insieme all’advisor industriale che è Roland Berger, è stato preparato un piano di turnaround del gruppo per consentire l’apertura di una nuova fase, che richiederà un’appropriata manovra finanziaria. A quanto risulta al Sole 24 Ore Houlihan Lokey sta invece operando come advisor sul fronte finanziario. E già vari fondi sono alla finestra.
LA NOTA « Nessun impatto sulla controllata Italtel che proseguirà nel percorso di rilancio »