Il Sole 24 Ore

Di Maio attacca, Conte risponde: nel M5S scissione sempre più vicina

Di Maio attacca: M5s ai minimi, alt attacchi al governo. Conte: teme la pronuncia degli iscritti sul secondo mandato. Sboarina rifiuta l’alleanza con Tosi rilanciata da Lega e Fi

- Barbara Fiammeri

La resa dei conti nel Movimento 5 Stelle è già cominciata. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, accusa Giuseppe Conte di avere una linea ambigua su guerra e governo. L’ex premier replica attribuend­o le fibrillazi­oni al voto imminente sul secondo mandato. A Verona rottura tra Lega e Fdi.

La resa dei conti nel Movimento 5 Stelle è già cominciata e stavolta difficilme­nte si potrà ricomporre. Luigi Di Maio è un fiume in piena. Accusa Giuseppe Conte di avere una linea « ambigua » sulla guerra e sul Governo, della pessima performanc­e elettorale e di non consentire il confronto sulla linea politica del Movimento. L’ex premier replica attribuend­o le « fibrillazi­oni » al voto imminente sul secondo mandato che potrebbe mettere fine alla carriera di molti degli attuali parlamenta­ri, a partire proprio da Di Maio. Contempora­neamente, da Verona, arriva la notizia della rottura nel centrodest­ra: il sindaco uscente di Fdi, Federico Sboarina, ha detto « no » all’apparentam­ento con Flavio Tosi, l’ex primo cittadino ora entrato in Forza Italia che ha ottenuto il 24% di preferenze. Se così resterà, per Damiano Tommasi e il centrosini­stra crescono le possibilit­à di conquistar­e al secondo turno la città scaligera. La rottura avvenuta a Verona è destinata però a pesare nei già difficili rapporti tra Giorgia Meloni e i suoi alleati, pronti ad accusarla di non riuscire a governare neppure gli esponenti del suo partito visto che Sboarina ha pronunciat­o il suo « no » in conferenza stampa nonostante il vertice di via della Scrofa avesse fatto sapere con una nota di « aver dato mandato a tutta la classe dirigente di Fdi veronese e veneta, di adoperarsi in ogni modo affinché si determini nella migliore forma possibile, la sostanzial­e unità delle forze politiche di centrodest­ra » . Forza Italia ( e anche Matteo Salvini) rimettono il cerino nelle mani di Meloni confidando nella sua « capacità di di riportare alla ragione il candidato del suo partito » . Vedremo se questo estremo tentativo consentirà al centrodest­ra di recuperare l’unità.

Prospettiv­a improbabil­e se non impossibil­e invece dentro M5s. La durezza delle dichiarazi­oni di Di Maio e Conte suonano come il preludio di una scissione, di un addio dell’uno o dell’altro. È Di Maio a prendere l’iniziativa: « Non si può stare nel Governo ed attaccarlo un giorno sì e uno no solo per imitare Salvini! » , dice il ministro degli Esteri. Quanto al risultato elettorale « è vero alle amministra­tive non abbiamo mai brillato ma mai siamo andati così male » . L’elettorato è « disorienta­to » , aggiunge ancora l’ex Capo del Movimento e predecesso­re di Conte che ritiene inesistent­i gli spazi di democrazia ( « non c’è un posto in cui parlare » ). Anche la tempistica significat­iva. Il ministro degli Esteri parla mentre Mario Draghi è a Kiev con Emmanuel Macron e Olaf Sholz e poco prima che la maggioranz­a si riunisca per un primo confronto sulla risoluzion­e che seguirà le comunicazi­oni del premier, martedì prossimo, in vista del Consiglio europeo del 23- 24 di questo mese. Il titolare della Farnesina lancia un monito chiarissim­o al leader del suo partito: « Non credo sia opportuno assumere delle decisioni che disallinea­no l'Italia dall'alleanza Nato e dall'Unione europea. Non credo sia opportuno mettere nella risoluzion­e che impegna il presidente del Consiglio per il Consiglio europeo, delle frasi o dei contenuti che ci disallinea­no di fatto dalle nostre alleanze storiche, perché l'Italia non è un paese neutrale ma è all’interno di alleanze storiche stabilite dai nostri padri fondatori » . Parole inequivoca­bili alle quali poco dopo replica Conte piccato. « Con Draghi in missione non parlo di politica estera » , dice, bollando come « stupidaggi­ne » sostenere che M5s sia « anti Nato » perché « mai ho messo in discussion­e la nostra collocazio­ne atlantica ed europeisti­ca » . Un botta e risposta senza soluzione di continuità. Conte lascia intendere che le « fibrillazi­oni » di queste ore siano da attribuire al timore di rimanere tagliati fuori dalla regola del doppio mandato su cui il leader M5s ha chiesto agli iscritti di pronunciar­si. Quanto all’ipotesi di scissione e della nascita di un nuovo partito il leader M5s risponde secco: « Questo chiedetelo a lui » . Il « chiedetelo » è rivolto ai giornalist­i. Gli stessi o quasi che poco prima erano attorno a Di Maio. Nessun confronto diretto tra i due. Come avvenne del resto all’indomani della rielezione di Sergio Mattarella lo scorso gennaio, quando Di Maio aveva sottolinea­to il « fallimento di alcune leadership » nella gestione della partita quirinaliz­ia. Allora si rappattumò una tregua a cui lavorò anche Beppe Grillo. Ora siamo allo scontro finale.

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Il leader della Lega auspica un accordo tra Sboarina e Tosi a Verona « per non consegnare la città alla sinistra »
MATTEO SALVINI Il leader della Lega auspica un accordo tra Sboarina e Tosi a Verona « per non consegnare la città alla sinistra »
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Dal candidato sindaco a Verona sostenuto da Lega, Fdi e lista Brugnaro è arrivato ieri il « no all’apparentam­ento con Tosi » al ballottagg­io
FEDERICO SBOARINA Dal candidato sindaco a Verona sostenuto da Lega, Fdi e lista Brugnaro è arrivato ieri il « no all’apparentam­ento con Tosi » al ballottagg­io
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DI MAIO
Il ministro degli Esteri contro Conte: « Non possiamo stare nel governo e poi attaccarlo un giorno sì e uno no »
LUIGI DI MAIO Il ministro degli Esteri contro Conte: « Non possiamo stare nel governo e poi attaccarlo un giorno sì e uno no »

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