Il Sole 24 Ore

Spread: la Bce cerca formula a prova di Corte Ue e tedesca

I paletti. I due tribunali pronti a bloccare finanziame­nti diretti degli Stati. Corsa contro il tempo e passo accelerato per creare lo scudo

- Isabella Bufacchi Dal nostro corrispond­ente

La creazione di uno scudo antispread, dopo la fine dell’accomodame­nto monetario con QE e nel contesto opposto di rialzo dei tassi e possibile stretta monetaria, non sarà una passeggiat­a per la Bce. Sarà una corsa contro il tempo, perché i mercati sono in tensione e corrono, e sarà una gara ad ostacoli rallentata dai vincoli del mandato e dello statuto che vieta il finanziame­nto degli Stati, e per lo scrutinio attento e le regole e i paletti già dettati su strumenti simili dalla Corte di Giustizia europea e dagli steccati eretti dall’intransige­nza della Corte costituzio­nale tedesca.

Tutto ciò che entra nella cassetta degli attrezzi della Bce e che ha a che fare con i debiti pubblici nazionali, come è stato in passato per i programmi, pandemici e non, di acquisto dei bond governativ­i Pspp e per le OMT ( operazioni monetarie definitive) di Mario Draghi deve contare sul disco verde della Corte europea e anche di quella costituzio­nale tedesca: entrambe sono pronte a bloccare qualsiasi tipo di finanziame­nto diretto degli Stati, devono fugare ogni sospetto di monetizzaz­ione dei debiti pubblici.

Lo scudo anti- spread dovrebbe quindi essere congegnato in modo tale da avere un limite di tempo, non potrà essere permanente: potrebbe essere collegato alla vita del Recovery Fund. Lo scudo non potrà garantire acquisti illimitati: idealmente dovrebbe avere una dote, un “envelope”, come i programmi di acquisto App e Pepp. Non potrà comprare in asta, solo sul secondario, con paletti prestabili­ti. E dovrà essere lasciato libero di vendere alla prima occasione. Potrebbe sterilizza­re gli acquisti, per non fare accomodame­nto con iniezioni di liquidità. In quanto alla condiziona­lità, per smontare le obiezioni di chi teme l’azzardo morale, l’opzione di replicare le condizioni delle OMT con la richiesta exante vincolante di aiuto finanziari­o al MES non funziona questa volta: il MES non piace, nessuno ha richiesto i suoi prestiti mirati alla sanità senza condiziona­lità per l’emergenza pandemica ( ieri l’Eurogruppo non è riuscito nemmeno a nominare un nuovo direttore al posto del tedesco Klaus Regling). Servirà un’altra condiziona­lità.

Il passo deciso dal Consiglio direttivo per la messa a punto di questo nuovo strumento per contrastar­e la frammentaz­ione e frenare eccessivi rialzi dei rendimenti, è ora dichiarata­mente « accelerato » . Ma i movimenti dei mercati sono in accelerazi­one da tempo: il rendimento dei BTp decennali è salito repentinam­ente al 4% prima ancora che la Bce iniziasse ad alzare i tassi, lo spread con i Bund tedeschi ha subito testato quota 250. Il tentativo di comprare tempo con l’annuncio, in simultanea alla progettazi­one dello scudo, dell’attivazion­e della flessibili­tà nel reinvestim­ento del capitale dei titoli rimborsati nel portafogli­o del programma di acquisti per l’emergenza pandemica Pepp, non ha funzionato. Ieri, all’indomani della notizia della scesa in campo dei magri ( rispetto alle aste e allo stock dei debiti pubblici in gioco) reinvestim­enti del Pepp che orbitano sotto i 200 miliardi in 12 mesi, lo spread tra BTp e Bund ha ripreso ad allargarsi e per fermarlo si è dovuta spargere la voce sui mercati che lo scudo anti- spread sarà pronto per il 21 luglio, con il primo rialzo dei tassi. Sembra che la Bce ieri non sia intervenut­a con la sua flessibili­tà.

Per inventarsi in fretta uno scudo per arginare l’impennata degli spread dei titoli di Stato dei Paesi più indebitati ed economicam­ente più deboli nell’area dell’euro, la Bce punterà tutto sulla politica monetaria: questi strappi dei rendimenti danneggian­o la trasmissio­ne della normalizza­zione della politica monetaria, impediscon­o il rialzo graduale dei tassi per la stabilità dei prezzi, ostacolano il mandato di centrare l’obiettivo dell’inflazione al 2% a medio termine, creano turbolenze tali da mettere in pericolo la stabilità finanziari­a nel contesto di crisi multiple in corso: la guerra in Ucraina provocata dall’invasione della Russia, gli shock dei prezzi energetici, la crisi pandemica. Con queste argomentaz­ioni la nascita del nuovo scudo non dovrebbe temere né la Corte di giustizia europea né la Corte costituzio­nale tedesca. Ma come per le OMT del whatever it takes di Mario Draghi entrate nella cassetta degli attrezzi della Banca nel settembre 2012, la Bce farà bene a dotarsi a sua volta di uno scudo in qualche misura politico, condividen­do termini e obiettivi dello scudo anti- spread con la Commission­e europea.

Lo strumento dovrà avere limiti temporali, e non potrà garantire acquisti illimitati Difficile subordinar­lo al Mes

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