Spread: la Bce cerca formula a prova di Corte Ue e tedesca
I paletti. I due tribunali pronti a bloccare finanziamenti diretti degli Stati. Corsa contro il tempo e passo accelerato per creare lo scudo
La creazione di uno scudo antispread, dopo la fine dell’accomodamento monetario con QE e nel contesto opposto di rialzo dei tassi e possibile stretta monetaria, non sarà una passeggiata per la Bce. Sarà una corsa contro il tempo, perché i mercati sono in tensione e corrono, e sarà una gara ad ostacoli rallentata dai vincoli del mandato e dello statuto che vieta il finanziamento degli Stati, e per lo scrutinio attento e le regole e i paletti già dettati su strumenti simili dalla Corte di Giustizia europea e dagli steccati eretti dall’intransigenza della Corte costituzionale tedesca.
Tutto ciò che entra nella cassetta degli attrezzi della Bce e che ha a che fare con i debiti pubblici nazionali, come è stato in passato per i programmi, pandemici e non, di acquisto dei bond governativi Pspp e per le OMT ( operazioni monetarie definitive) di Mario Draghi deve contare sul disco verde della Corte europea e anche di quella costituzionale tedesca: entrambe sono pronte a bloccare qualsiasi tipo di finanziamento diretto degli Stati, devono fugare ogni sospetto di monetizzazione dei debiti pubblici.
Lo scudo anti- spread dovrebbe quindi essere congegnato in modo tale da avere un limite di tempo, non potrà essere permanente: potrebbe essere collegato alla vita del Recovery Fund. Lo scudo non potrà garantire acquisti illimitati: idealmente dovrebbe avere una dote, un “envelope”, come i programmi di acquisto App e Pepp. Non potrà comprare in asta, solo sul secondario, con paletti prestabiliti. E dovrà essere lasciato libero di vendere alla prima occasione. Potrebbe sterilizzare gli acquisti, per non fare accomodamento con iniezioni di liquidità. In quanto alla condizionalità, per smontare le obiezioni di chi teme l’azzardo morale, l’opzione di replicare le condizioni delle OMT con la richiesta exante vincolante di aiuto finanziario al MES non funziona questa volta: il MES non piace, nessuno ha richiesto i suoi prestiti mirati alla sanità senza condizionalità per l’emergenza pandemica ( ieri l’Eurogruppo non è riuscito nemmeno a nominare un nuovo direttore al posto del tedesco Klaus Regling). Servirà un’altra condizionalità.
Il passo deciso dal Consiglio direttivo per la messa a punto di questo nuovo strumento per contrastare la frammentazione e frenare eccessivi rialzi dei rendimenti, è ora dichiaratamente « accelerato » . Ma i movimenti dei mercati sono in accelerazione da tempo: il rendimento dei BTp decennali è salito repentinamente al 4% prima ancora che la Bce iniziasse ad alzare i tassi, lo spread con i Bund tedeschi ha subito testato quota 250. Il tentativo di comprare tempo con l’annuncio, in simultanea alla progettazione dello scudo, dell’attivazione della flessibilità nel reinvestimento del capitale dei titoli rimborsati nel portafoglio del programma di acquisti per l’emergenza pandemica Pepp, non ha funzionato. Ieri, all’indomani della notizia della scesa in campo dei magri ( rispetto alle aste e allo stock dei debiti pubblici in gioco) reinvestimenti del Pepp che orbitano sotto i 200 miliardi in 12 mesi, lo spread tra BTp e Bund ha ripreso ad allargarsi e per fermarlo si è dovuta spargere la voce sui mercati che lo scudo anti- spread sarà pronto per il 21 luglio, con il primo rialzo dei tassi. Sembra che la Bce ieri non sia intervenuta con la sua flessibilità.
Per inventarsi in fretta uno scudo per arginare l’impennata degli spread dei titoli di Stato dei Paesi più indebitati ed economicamente più deboli nell’area dell’euro, la Bce punterà tutto sulla politica monetaria: questi strappi dei rendimenti danneggiano la trasmissione della normalizzazione della politica monetaria, impediscono il rialzo graduale dei tassi per la stabilità dei prezzi, ostacolano il mandato di centrare l’obiettivo dell’inflazione al 2% a medio termine, creano turbolenze tali da mettere in pericolo la stabilità finanziaria nel contesto di crisi multiple in corso: la guerra in Ucraina provocata dall’invasione della Russia, gli shock dei prezzi energetici, la crisi pandemica. Con queste argomentazioni la nascita del nuovo scudo non dovrebbe temere né la Corte di giustizia europea né la Corte costituzionale tedesca. Ma come per le OMT del whatever it takes di Mario Draghi entrate nella cassetta degli attrezzi della Banca nel settembre 2012, la Bce farà bene a dotarsi a sua volta di uno scudo in qualche misura politico, condividendo termini e obiettivi dello scudo anti- spread con la Commissione europea.
Lo strumento dovrà avere limiti temporali, e non potrà garantire acquisti illimitati Difficile subordinarlo al Mes