Tassi: la Banca del Giappone evita rialzi e conferma la rotta
Politica monetaria. L’inflazione è considerata moderata e transitoria, la linea resta ultraespansiva Sale però la preoccupazione per la debolezza dello yen; da fine dicembre ha perso il 23% sul dollaro
Moderata e transitoria. È con questa diagnosi dell’inflazione che la Nippon Ginko, la banca centrale del Giappone, ha deciso ieri - malgrado la debolezza dello yen - di tenersi fuori dal ciclo restrittivo che le altre banche centrali hanno scelto di intraprendere. L’orientamento di politica monetaria, ancora centrata sul controllo della curva dei rendimenti, è dunque rimasta invariata, con una decisione presa a larghissima maggioranza ( 8 contro 1).
La banca centrale quindi continuerà a puntare a rendimenti zero per i titoli decennali, con un massimo dello 0,25%, e continuerà « se necessario » ad acquistare un’ampia gamma di titoli sui mercati ( non solo bond di Stato). Secondo la Nippon Ginko l’aumento dei prezzi ( escludendo gli alimentari deperibili) « resterà attorno al 2%, per il momento, per l’impatto degli aumenti dei prezzi dell’energia e degli alimentare, ma è attesa in decelerazione, in seguito, perché il contributo positivo dei prezzi dell’energia all’indice di inflazione verosimilmente svanirà » .
L’orientamento resta ultraespansivo: la banca « non esiterà a prendere addizionali misure accomodanti, e si aspetta che gli interessi di politica monetaria di breve e lungo termine resteranno al livello attuale o più basso » .
Appena un accenno al cambio, la cui flessione implica che il paese importi inflazione: parlando dei rischi delle prospettive, legati al Covid, alla guerra e all’andamento delle altre economie la Nippon Ginko ha spiegato che « in questa situazione è necessario prestare la necessaria attenzione agli sviluppi dei mercati finanziari e valutari e al loro impatto sull’attività economica e sui prezzi del Giappone » .
Non è bastato. Non poteva. La decisione di politica monetaria e le aspettative che ne sono state alimentate, in controtendenza con quelle delle altre banche centrali, ha ulteriormente indebolito lo yen: ieri ne occorrevano 134,92 - ma il minimo, mercoledì, era a quota 135,6 - per comprare un dollaro. Non è soltanto un deprezzamento del 23,5% da fine dicembre, quando occorrevano solo 103,19 per acquistare un dollaro, è soprattutto il minimo da settembre 1998. Quell’anno un rialzo del dollaro fino a quota 149,62 fece scattare gli interventi della Nippo Genko, che riportarono il cambio, in qualche settimana, verso quota 125.
Non è un caso che l’attuale situazione evochi quei mesi. La politica monetaria e la politica valutaria - in Giappone più che altrove - sono separate. La prima può essere considerata appropriata. « L’attuale orientamento di controllo della curva dei rendimenti - spiegano per esempio Krishna Guha e Peter Williams di EvercoreIsi - è pienamente coerente con l’obiettivo di inflazione della Banca del Giappone » , pari a un indice in crescita di oltre il 2% annuo. L’andamento del cambio, invece, è determinato anche dall’orientamento delle altre banche centrali. Nulla impedisce un intervento del ministero delle Finanze, a cui spetta ogni decisione sullo yen: in qualunque momento può delegare la Nippon Ginko, che nel tempo ha acquisito una particolare capacità di “sgambettare” gli investitori esponendoli a forti perdite, a rafforzare lo yen.
Non è detto che accada subito, così come la stessa politica monetaria potrebbe cambiare marcia: presto entreranno nel board nuovi membri, in sostituzione di governatori in scadenza, e dopo le elezioni legislative del 10 luglio, la Nippon Ginko potrà sentirsi più libera di intervenire. Il prossimo mese, inoltre, sarà pubblicato il rapporto trimestrale che dovrebbe rivedere le previsioni sulla crescita ( probabilmente al ribasso per le difficoltà delle esportazioni) e quelle sull’inflazione ( probabilmente al rialzo).
‘ Ieri la valuta locale è scesa a 135,6 nel cambio con il biglietto verde: è il minimo da settembre 1998
‘ dopo le elezioni legislative del 10 luglio la Nippon Ginko potrà sentirsi più libera di intervenire
Dopo la fine dell’estate il quadro complessivo potrebbe essere diverso, anche se è dfficile aspettarsi grandi cambiamenti da parte della Nippon Ginko. « Ci aspettiamo che la Banca del Giappone riveda il proprio meccanismo di controllo della curva dei rendimenti, accorciando l’obiettivo dai decennali ai quinquennali, nella riunione di settembre » , spiega Tetsufumi Yamakawa di Barclays, secondo il quale il rapporto trimestrale potrebbe dare anche qualche indicazione sul cambio e il ruolo del cambio.