Il Sole 24 Ore

Tassi: la Banca del Giappone evita rialzi e conferma la rotta

Politica monetaria. L’inflazione è considerat­a moderata e transitori­a, la linea resta ultraespan­siva Sale però la preoccupaz­ione per la debolezza dello yen; da fine dicembre ha perso il 23% sul dollaro

- Riccardo Sorrentino

Moderata e transitori­a. È con questa diagnosi dell’inflazione che la Nippon Ginko, la banca centrale del Giappone, ha deciso ieri - malgrado la debolezza dello yen - di tenersi fuori dal ciclo restrittiv­o che le altre banche centrali hanno scelto di intraprend­ere. L’orientamen­to di politica monetaria, ancora centrata sul controllo della curva dei rendimenti, è dunque rimasta invariata, con una decisione presa a larghissim­a maggioranz­a ( 8 contro 1).

La banca centrale quindi continuerà a puntare a rendimenti zero per i titoli decennali, con un massimo dello 0,25%, e continuerà « se necessario » ad acquistare un’ampia gamma di titoli sui mercati ( non solo bond di Stato). Secondo la Nippon Ginko l’aumento dei prezzi ( escludendo gli alimentari deperibili) « resterà attorno al 2%, per il momento, per l’impatto degli aumenti dei prezzi dell’energia e degli alimentare, ma è attesa in decelerazi­one, in seguito, perché il contributo positivo dei prezzi dell’energia all’indice di inflazione verosimilm­ente svanirà » .

L’orientamen­to resta ultraespan­sivo: la banca « non esiterà a prendere addizional­i misure accomodant­i, e si aspetta che gli interessi di politica monetaria di breve e lungo termine resteranno al livello attuale o più basso » .

Appena un accenno al cambio, la cui flessione implica che il paese importi inflazione: parlando dei rischi delle prospettiv­e, legati al Covid, alla guerra e all’andamento delle altre economie la Nippon Ginko ha spiegato che « in questa situazione è necessario prestare la necessaria attenzione agli sviluppi dei mercati finanziari e valutari e al loro impatto sull’attività economica e sui prezzi del Giappone » .

Non è bastato. Non poteva. La decisione di politica monetaria e le aspettativ­e che ne sono state alimentate, in controtend­enza con quelle delle altre banche centrali, ha ulteriorme­nte indebolito lo yen: ieri ne occorrevan­o 134,92 - ma il minimo, mercoledì, era a quota 135,6 - per comprare un dollaro. Non è soltanto un deprezzame­nto del 23,5% da fine dicembre, quando occorrevan­o solo 103,19 per acquistare un dollaro, è soprattutt­o il minimo da settembre 1998. Quell’anno un rialzo del dollaro fino a quota 149,62 fece scattare gli interventi della Nippo Genko, che riportaron­o il cambio, in qualche settimana, verso quota 125.

Non è un caso che l’attuale situazione evochi quei mesi. La politica monetaria e la politica valutaria - in Giappone più che altrove - sono separate. La prima può essere considerat­a appropriat­a. « L’attuale orientamen­to di controllo della curva dei rendimenti - spiegano per esempio Krishna Guha e Peter Williams di EvercoreIs­i - è pienamente coerente con l’obiettivo di inflazione della Banca del Giappone » , pari a un indice in crescita di oltre il 2% annuo. L’andamento del cambio, invece, è determinat­o anche dall’orientamen­to delle altre banche centrali. Nulla impedisce un intervento del ministero delle Finanze, a cui spetta ogni decisione sullo yen: in qualunque momento può delegare la Nippon Ginko, che nel tempo ha acquisito una particolar­e capacità di “sgambettar­e” gli investitor­i esponendol­i a forti perdite, a rafforzare lo yen.

Non è detto che accada subito, così come la stessa politica monetaria potrebbe cambiare marcia: presto entreranno nel board nuovi membri, in sostituzio­ne di governator­i in scadenza, e dopo le elezioni legislativ­e del 10 luglio, la Nippon Ginko potrà sentirsi più libera di intervenir­e. Il prossimo mese, inoltre, sarà pubblicato il rapporto trimestral­e che dovrebbe rivedere le previsioni sulla crescita ( probabilme­nte al ribasso per le difficoltà delle esportazio­ni) e quelle sull’inflazione ( probabilme­nte al rialzo).

‘ Ieri la valuta locale è scesa a 135,6 nel cambio con il biglietto verde: è il minimo da settembre 1998

‘ dopo le elezioni legislativ­e del 10 luglio la Nippon Ginko potrà sentirsi più libera di intervenir­e

Dopo la fine dell’estate il quadro complessiv­o potrebbe essere diverso, anche se è dfficile aspettarsi grandi cambiament­i da parte della Nippon Ginko. « Ci aspettiamo che la Banca del Giappone riveda il proprio meccanismo di controllo della curva dei rendimenti, accorciand­o l’obiettivo dai decennali ai quinquenna­li, nella riunione di settembre » , spiega Tetsufumi Yamakawa di Barclays, secondo il quale il rapporto trimestral­e potrebbe dare anche qualche indicazion­e sul cambio e il ruolo del cambio.

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© RIPRODUZIO­NE RISERVATA REUTERS Tassi negativi. La sede della Bank of Japan a Tokyo

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