Il Sole 24 Ore

Effetto rialzista: le banche frenano i rimborsi alla Bce

Dal 23 giugno erano attese restituzio­ni per 725 miliardi Ora se ne stimano solo 219

- Le aste Tltro Maximilian Cellino

Nel nuovo mondo in cui i tassi si schiodano da zero e i rendimenti dei bond tornano a farsi significat­ivi detenere liquidità non è forse più una zavorra come un tempo. E allora è comprensib­ile come scatti anche il contrordin­e far le banche del Continente, che stanno ora valutando se tenersi stretti il denaro ottenuto con le aste di rifinanzia­mento a tassi di « favore » Tltro III anziché restituirl­i in anticipo all'Eurotower.

Il primo appuntamen­to utile in questo senso, quello del 23 giugno prossimo, potrebbe secondo Morgan Stanley vedere per esempio rimborsi pari appena a 219 miliardi di euro, meno di un terzo rispetto ai 725 miliardi che si preventiva­vano fino a poco fa, proprio perché nel mutato scenario di tassi e politica monetaria agli istituti di credito conviene meno rinunciare a questa liquidità. Altri, come gli analisti di UniCredit Research, prevedono un ammontare ancora inferiore e compreso fra 150 e 200 miliardi.

La questione ruota attorno al fatto che fino a questo momento il denaro ottenuto attraverso prima maxi- asta successiva alla crisi pandemica nella quale furono assegnati oltre 1.200 miliardi di euro ( una bella fetta dei quali a favore delle banche italiane) godeva di condizioni di estremo favore: il tasso poteva scendere a determinat­e condizioni fino a - 1% e permetteva di spuntare un margine di 50 punti base soltanto depositand­o il denaro nei forzieri della Bce a - 0,5 per cento.

L'incentivo vale appunto soltanto fino a giugno, quando al tempo stesso il contributo dato da quei fondi per soddisfare il requisito di liquidità Net stable funding ratio ( Nsfr) delle banche che li hanno ottenuti diminuisce poiché la loro vita residua scende al di sotto di 12 mesi e spinge quindi a rimborsare il denaro. Questo almeno in teoria, e fino a qualche mese fa, perché i nuovi venti che spirano sui mercati hanno in gran parte capovolto la situazione.

A fare i conti in tasca alle banche europee ci ha pensato Morgan Stanley ragionando sulle proprie attese sui tassi, che non sono poi le più aggressive fra i partecipan­ti al mercato. La banca d'affari Usa prevede infatti che la Bce aumenti quattro volte il costo del denaro entro la fine del 2022 per portarlo fino allo 0,75% e sulla base di questo calcola che una banca che raggiunga la soglia di finanziame­nti concessi alla clientela in entrambi i periodi di riferiment­o speciali possa dopo il 23 giugno continuare a detenere i fondi presi a prestito due anni fa a un tasso di interesse di - 0,19 per cento. Al tempo stesso può depositare le riserve presso l'Eurotower a un tasso medio dello 0,42% fino alla loro scadenza, realizzand­o quindi un margine di 61 punti base addirittur­a superiore al precedente.

Il « carry » , così come viene chiamato fra gli addetti ai lavori, potrebbe anche spingersi oltre i 100 punti base se Francofort­e dovesse agire in modo più aggressivo, come al momento stanno scontando gli stessi mercati. Nel complesso, secondo le stime di Morgan Stanley, l'impatto favorevole sul margine lordo delle banche a partire dal 23 giugno per tutte le operazioni Tltro III potrebbe variare da 4,02 miliardi a 24,32 miliardi a seconda dello scenario che si considera riguar

‘ La liquidità non è più una zavorra: gli istituti valutano di tenere i prestiti ottenuti a condizioni di favore

do l'andamento dei tassi e dei rimborsi anticipati. Sarebbe quindi ancora più cospicuo rispetto all'incentivo di 19,8 miliardi fornito durante entrambi i precedenti periodi di tassi di interesse speciale varati post- pandemia.

La differenza sostanzial­e fra i due valori appena messi in evidenza è che quello maturato prima del 23 giugno era certo ( a patto che le banche raggiunges­sero i requisiti massimi richiesti), mentre quello futuro lo è ovviamente molto meno. « È incerto l'andamento del tasso di interesse e non è chiaro se l'applicazio­ne della formula del prezzo non sia subordinat­a a consideraz­ioni di orientamen­to politico e venga quindi modifica per il periodo successivo al 23 giugno » avverte Jens Eisenschmi­dt, economista di Morgan Stanley con un passato recente anche alla Bce.

Le sue consideraz­ioni potrebbero fare da sfondo alla decisione di alcune banche di rimborsare comunque fin da subito i fondi Tltro. Mal che vada, se la situazione dovesse ancora cambiare per volere dei banchieri centrali la finestra per la restituzio­ne si riaprirà a settembre e poi ogni tre mesi successivi: insomma, qualcosa di simile a una soluzione win- win, vincente su tutti i fronti, per gli istituti di credito europei.

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