Già in fuga dal Movimento 102 parlamentari
Nove parlamentari in più a Fdi, sette alla Lega. In cinque mesi 55 cambi di casacca
L’esodo dal M5s è cominciato da tempo, ancora prima che spirassero i primi venti di scissione, e con l’approssimarsi della fine della legislatura si sta trasformando quasi in un fuga. Dal 2018 i “fuoriusciti” dai gruppi di Camera e Senato sono arrivati a quota 102. Molti hanno aderito, o sono solo transitati, al “Misto”. Ma c’è anche chi ha optato per raggruppamenti autonomi, come, ad esempio, l’ex ministro Barbara Lezzi, o l’ex presidente della commissione Esteri di palazzo Madama, Vito Petrocelli, che al Senato sono confluiti nel gruppo Cal ( Costituzione, Ambiente, lavoro - Alternativa - Pc - Idv), composto da 13 senatori, 12 dei quali avevano iniziato la legislatura nel M5S. Ma dai dati provenienti dal Parlamento e dalla rilevazione di OpenPolis, aggiornata al 10 giugno, emerge anche che nel corso di questi anni il partito che in termini numerici si è rafforzato di più in Parlamento e che, con l’avvicinarsi della tornata elettorale del 2023 , si candida a diventare un meta ambita per gli amanti del cambio di casacca è quello di Fdi.
Il saldo tra nuove entrate e uscite della formazione guidata da Giorgia Meloni è molto positivo e mostra un + 9, con 10 parlamentari acquisiti e uno solo perduto. Dei gruppi che si sono formati nel 2018 anche la Lega presenta un saldo in attivo con un + 7: 16 i deputati e i senatori “conquistati” da Matteo Salvini che ne ha però visti uscire 9. L'unico partito a non vantare neppure un nuovo ingresso è appunto il M5S. Di non poco conto anche l'emorragia patita da Fi con 45 uscite, solo in parte compensate da 12 new entry.
Ma la situazione resta fluida e il count down per la fine della legislatura induce la vasta area dei “fuoriusciti” a ricercare un approdo sicuro per una possibile ricanditura, magari anche a livello regionale o comunale. Basti
PASSAGGI
Da inizio legislatura sono stati 332 i riposizionamenti . Per 75 parlamentari c’è stato più di un passaggio
pensare che una fetta non trascurabile dei 34 parlamentari che nei primi cinque mesi del 2022 hanno dato vita a ben 55 cambi di casacca ha scelto come “destinazione finale” formazioni politiche strutturate come Fi ( sei gli ingressi), nonostante l'assottigliarsi dei suoi gruppi, e anche il Pd. Emblematico può essere considerato il caso della vicepresidente della commissione Affari sociali di Montecitorio, Michela Rostan, che era stata eletta nella lista di Leu: inizialmente ha aderito al “Misto”, poi è transitata al gruppo di Leu da dove è passata a Iv per rientrare successivamente nel “Misto” prima di approdare a Fi. Da non trascurare è anche la parabola del gruppo di Coraggio Italia che, nato da pochi mesi, alla Camera, con l’uscita di Simona Vietina ( passata al “Misto”) è di fatto già a rischio.
Complessivamente, dall'avvio della legislatura il fenomeno delle “porte girevoli” ha prodotto 332 “riposizionamenti” ( 198 alla Camera e 134 al Senato) che hanno visto protagonisti 146 deputati e 73 senatori. Addirittura 75 sono i parlamentari che hanno cambiato gruppo più di una volta.